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[Ambientazione] Demografia di Mystara - Parte I - Mondo Conosciuto: Terre dell'Ombra

 


TERRE DELL’OMBRA

Fonti canoniche: DM#187, DM#237, GAZ5, GAZ10, GAZ13, GAZ14, HW, JA, PWAI, PWAII, PWAIII, RC, WotI.

 

Superficie: 138.548 kmq (un po’ più grande della Grecia odierna). Molti tunnel si dipartono dalle Terre dell’Ombra e proseguono per chilometri sottoterra, giungendo persino nel sottosuolo di Thyatis o del continente alphatiano; questi tunnel, tuttavia, non sono abitati dagli elfi dell’ombra (i quali badano solo a pattugliarne i tratti più vicini al loro reame) e pertanto non sono inclusi nel conteggio della superficie delle Terre dell’Ombra.

Popolazione: 552.000 ab. (99,6% elfi, 0,4% altri).

Densità: 4 ab./kmq.

 

Cenni storici

 

Fra due catastrofi:

Nella lontana antichità, prima che il mondo conoscesse gli orrori delle più grandi catastrofi della sua storia, diverse ondate migratorie portarono quattro clan di elfi provenienti dal loro impero nell’emisfero meridionale di Mystara a stanziarsi fra gli umani di Blackmoor, nella regione del Brun dove essi avevano stabilito le loro colonie e combattuto gli Uomini Bestia (3500 PI). Questi quattro clan, i Celebryl, i Porador, i Felestryl ed i Gelbalf, in parte si mescolarono fra gli umani, in parte costituirono proprie colonie ai margini della regione dominata da Blackmoor. Furono questi clan gli antenati dei moderni elfi dell’ombra.

La Grande Pioggia di Fuoco (3000 PI) sconvolse la storia di questi elfi. Fuggendo dalle conseguenze delle catastrofi nucleari che avevano annientato la civiltà blackmooriana, essi si diressero verso sud-est, allontanandosi dal caos in cui era sprofondata Blackmoor. Presto si resero conto che la superficie stava diventando inabitabile a causa della radiazioni e del sopraggiungere dell’inverno nucleare causato dalla catastrofe. Essi presero quindi la drastica decisione di rifugiarsi sottoterra, in attesa che il mondo divenisse di nuovo abitabile, e si inoltrarono in caverne sotterranee corrispondenti pressappoco all’attuale regione delle Terre Brulle. Qui molti di essi perirono a causa delle avverse condizioni di vita a cui erano costretti, ma la maggior parte di essi riuscì a sopravvivere, cercando di adattarvisi.

Nel 1950 PI, dopo oltre mille anni, un gruppo di questi elfi sotterranei riscoprì la superficie, riemergendo nella regione corrispondente circa alle Terre Brulle attuali (nei pressi del tratto del fiume Streel che corre fra l’Hobgoblandia e lo Gnollistan Meridionale). Nelle vicine Terre Alte si erano stanziati numerosi altri clan di elfi: alcuni di essi si erano separati dalla migrazione guidata da Ilsundal che aveva abbandonato la condannata Grunland, costituendo una nuova civiltà elfica nella regione gelida delle Terre Alte, altri erano parimenti partiti dalla Grunland qualche secolo dopo e si erano uniti alla sua migrazione in seguito (2200 PI). Gli elfi sotterranei, a causa della presenza di numerose tribù di troll antichi, giganti ed anche di primitive stirpi umane (probabilmente Dunhariani o Ethengariani provenienti dall’Ethengar), restarono confinati in una piccola area, e non siincontrarono mai coi loro simili; essi comunque fondarono una loro città, Aengmor, e cercarono di ricostruire un’esistenza normale. Nel 1708 PI giunsero nella regione anche i resti della Grande Orda di Re Loark, cacciata dall’Ethengar, e gli elfi dovettero fronteggiare anche questo nuovo pericolo.

Questa parvenza di un nuovo inizio doveva restare per gli elfi sotterranei una pia illusione. Nel 1700 PI, sotto il regno di Atziann, proprio un gruppo di elfi sotterranei scoprì un antico artefatto blackmooriano rimasto sepolto nella regione delle attuali Terre Brulle (nella zona di Orkia Gialla); maneggiandolo con imprudenza, essi ne causarono la catastrofica esplosione. L’intera regione si trasformò nelle desolate Terre Brulle che tutt’oggi conosciamo, e l’esplosione sollevò immani quantità di pulviscolo, facendo cadere una vasta zona circostante nuovamente nell’inverno nucleare e inondando di radiazioni le sue immediate vicinanze.

Gran parte della Grande Orda umanoide di Loark fu spazzata via dall’esplosione; i superstiti si rifugiarono nelle profondità del sottosuolo. La catastrofe annichilì quasi del tutto la civiltà degli elfi sotterranei e la città di Aengmor; la roccia dove si trovavano le rovine devastate di questa città sarebbe sprofondata di lì a poco, scomparendo nelle viscere della terra. La maggior parte degli elfi sotterranei perì per l’esplosione, i terremoti o gli effetti delle radiazioni; i pochi superstiti seguirono il loro re Atziann – salvatosi grazie alla sua grande padronanza delle arti arcane – nel sottosuolo. Anche le altre culture elfiche dovettero prendere provvedimenti per evitare di perire definitivamente. I primi a muoversi furono gli elfi del clan Alhambra, raggiunti per primi dalla nube tossica sollevata dall’esplosione: essi attivarono un potente incantesimo tramandato loro da Ilsundal secoli prima e riuscirono a mettersi quasi completamente in salvo (finendo in un’isola dell’arcipelago di Thanegioth). Presto la nube tossica raggiunse anche le altre culture elfiche delle Terre Alte: una parte cercò scampo verso nord, nel tentativo di raggiungere i loro simili in Genalleth; il resto fu costretto a prendere la via del sottosuolo, come avevano fatto gli umanoidi della Grande Orda e gli elfi sotterranei. Dopo aver perso molti dei loro e viaggiato per centinaia di chilometri sottoterra, giunse nel Mondo Cavo in una vasta foresta abitata da umani primitivi, ed emigrò da lì nei pressi di una vasta catena di monti gelidi che ricordava loro la patria perduta (e qui si stanziò, dando origine alla civiltà elfica della Valle Ghiacciata); un’altra parte di essi si riaffacciò invece in superficie molti chilometri più a sud delle Terre Alte, nel territorio delle attuali Cinque Contee, e si stabilì qui costituendo una civiltà pacifica e non violenta (il cosiddetto Popolo Mite).

 

Il secondo esilio e l’ascesa di Atzanteotl:

Nonostante il clan dei cosiddetti elfi sotterranei, che erano giunti nella regione devastata appena due secoli e mezzo prima, fosse già abituato a vivere sottoterra, le radiazioni alle quali essi erano rimasti esposti gravemente li colpirono in modo micidiale. Lo scarno gruppo guidato da Re Atziann si disperse in varie caverne, obbligato a far ciò anche dalla necessità di sopravvivere (sostentare piccoli gruppi era più semplice), e visse per secoli disperso nel sottosuolo del Mondo Conosciuto nord-occidentale, fra stenti e sofferenze dovute sia alla rigidità del loro rinnovato stile di vita, sia alle conseguenze delle radiazioni che li avevano colpiti. Qui, alcuni di questi elfi reincontrarono i loro simili che non si erano uniti ad essi nel loro ritorno in superficie.

Lo sparuto gruppo di elfi sotterranei che aveva continuato a seguire Atziann si addentrò più in profondità degli altri; tutti i suoi membri, duramente colpiti dalle radiazioni, perirono a causa di esse o delle privazoni. Soltanto il loro sovrano sopravvisse, ma la sorte dei suoi simili lo rese odioso, fatalista e malvagio. Stremato dopo lunga peregrinazione, riemerse nel Mondo Cavo, nel territorio dell’Impero Azcano; affascinato dalla cultura di questi umani, Atziann si mescolò ad essi, ne apprese i costumi e, col tempo, iniziò il suo cammino verso l’Immortalità al servizio della Sfera dell’Entropia, divenendo, circa due secoli dopo, Atzanteotl (la forma azcana del suo nome elfico). Il suo intento divenne la corruzione del suo antico popolo (gli elfi sotterranei) e degli Azcani stessi.

Inviando presagi e manifestandosi come loro protettore, Atzanteotl si guadagnò l’adorazione di uno dei gruppi più nutriti di elfi sotterranei, dominato dal clan Schattenalf; disperati ed in cerca di qualcuno che risollevasse le loro sorti, gli Schattenalf si votarono in massa al nuovo patrono (1500 PI). Sempre in questi anni, ispirati da lui – forse con lo scopo di stabilirsi vicino agli Azcani –, essi inviarono una spedizione verso la superficie, ma gli esploratori raggiunsero senza saperlo il Mondo Cavo; abituati a vivere da secoli sottoterra, essi vennero a contatto troppo bruscamente col radioso sole del Mondo Cavo, perendo quasi tutti.

Atzanteotl, frattanto, aveva corrotto gli Azcani e li aveva convertiti dai vecchi culti alla sua adorazione. Solo un pugno di essi erano fuggiti nel sottosuolo sotto la guida dell’ex re Atruatzin, ed avevano per caso scoperto la roccia sprofondata sulla quale era un tempo sorta Aengmor, la città di Atziann; sulle sue rovine essi fondarono la città di Mictlan. Atzanteotl – ossessionato anche dall’idea di recuperare la sua antica città – sfruttò allora gli elfi sotterranei per liberarsi di quest’ultimo pugno di oppositori: egli fomentò la corruzione degli abitanti umani della città e vi infiltrò propri seguaci, rendendoli consapevoli della presenza degli elfi sotterranei a lui devoti. Indirizzati da Atzanteotl stesso e forse contattati anche dalle spie di Atzanteotl presenti nella città, il gruppo di elfi sotterranei capeggiato dagli Schattenalf si diresse verso Mictlan, che raggiunse attorno al 1420 PI. La città cadde in mano agli elfi grazie al tradimento di parte dei suoi abitanti, e gli elfi sterminarono tutti gli Azcani presenti che non si palesarono adoratori di Atzanteotl (l’unico a salvarsi fu proprio Atruatzin), distruggendo la città. Quindi, consacrarono un tempio ad Atzanteotl e ne cominciarono la ricostruzione (che sarebbe terminata nel 1352 PI), battezzandola Aengmor in onore della loro antica capitale e stabilendo il proprio dominio sui pochi umani rimasti.

Verso il 1400 PI, tuttavia, il richiamo di Atzanteotl si fece sentire nuovamente; il malefico Immortale pensava infatti di usare i suoi seguaci ad Aengmor come fulcro della diffusione del proprio culto sia nel Mondo Cavo che sulla superficie. Pertanto, tramite profezie e presagi, invitò il clan Schattenalf stesso ad emigrare verso il Mondo Cavo, seguendo la via della spedizione partita e perita un secolo prima. Istruiti dal fallimento della precedente spedizione, i membri di questo clan emigrarono fino ai territori a sud dell’Impero Azcano, dove si stabilirono, fondando il reame autonomo di Schattenalfheim.

 

La fine di Aengmor:

Agli elfi sotterranei rimasti ad Aengmor non andò così bene. Deluso sia dallo scarso proselitismo da essi portato avanti per convertire gli altri sparuti gruppi di elfi sotterranei che vivevano nelle profondità della terra, sia soprattutto dalla loro scarsa prolificità, Atzanteotl guardò adesso con interesse agli umanoidi, selvaggi e prolifici abbastanza da soddisfare i suoi piani. Nel 1290 PI, quindi, il malvagio entropico fece in modo che a causa di somovimenti tellurici Aengmor venisse circondata dalla lava e scomparisse in mezzo ad essa; la maggior parte degli abitanti elfi e la totalità di quelli umani perirono a causa dei gas sprigionati e del calore (la città si sarebbe salvata, venendo gradualmente innalzata fino al livello della superficie nelle Terre Brulle, circa un secolo più tardi; in seguito sarebbe divenuta Oenkmar).

Questo gruppo di elfi sotterranei aveva nuovamente perso la propria patria. Disperati per essere stati abbandonati senza motivo dal loro patrono (la cui malvagità si era cominciata a manifestare quando egli aveva imposto loro l’effettuazione di sacrifici e simili aberranti attività), essi ne ripudiarono in massa l’adorazione, accusando gli Azcani di Mictlan di averli indotti alla pratica di questo culto blasfemo. La voce della distruzione di Aengmor raggiunse anche gli altri gruppi di elfi sotterranei stanziati nelle sue vicinanze; sebbene essi non avessero abbracciato il culto di Atzanteotl, l’ennesima catastrofe che aveva colpito i loro simili significava la condanna ormai perenne ad una vita di sofferenza, di stenti e di oscurità.

 

La nascita degli elfi dell’ombra:

Ma la loro disperazione non restò senza ascolto. Un altro Immortale, Rafiel, guardò con simpatia questi elfi derelitti; la sua coscienza aveva inscritto misteriosi versi in una grandecaverna nelle profonfità sotterranee delle Terre Brulle, e qui egli guidò a poco a poco gli sparuti gruppi di elfi sotterranei sparsi nelle caverne circostanti. Essi scoprirono la caverna, che ribattezzarono il Rifugio di Pietra, nel 1104 PI e compresero che i versi inscritti nella pietra erano niente meno che la voce di un Immortale che li chiamava a sé. I Quattordici Versi prospettavano agli elfi sotterranei una vita migliore se avessero seguito la guida di Rafiel; nonostante qualche perplessità da parte di chi ricordava ai più come l’adozione di Atzanteotl come patrono da parte degli Schattenalfen avesse generato molte sofferenze, gli elfi gradualmente improntarono ai Versi la costituzione di una nuova società, che seguisse la Via di Rafiel. Come volevano i Versi, essi assunsero da qui in avanti il nome di “elfi dell’ombra” e sulla casta degli sciamani di Rafiel ricadde la responsabilità di vegliare sulla loro nuova civiltà.

Nella caverna del Rifugio di Pietra – dove la gravità sembrava obbedire a leggi particolari – gli elfi dell’ombra cominciarono ad edificare una città, che fu terminata nel 1040 PI e battezzata Città delle Stelle; in quella data venne anche eletto il loro primo re, Tarasfir. Come i Versi avevano promesso, la vita cominciò a migliorare per gli elfi dell’ombra nei secoli seguenti; essi espansero i loro insediamenti nelle caverne vicine e scavarono cunicoli che le collegassero. La loro disperazione cessò, la loro vita divenne finalmente tollerabile e la loro popolazione, dopo secoli di privazioni, cominciò finalmente a crescere ancora. Non smisero tuttavia di pensare al mondo in superficie, abbandonato secoli addietro. Nell’896 PI una spedizione di giovani ed imprudenti elfi dell’ombra raggiunse il Mondo Cavo, restando avvelenata dal contatto coi raggi del sole rosso e perendo quasi integralmente. Nel 792 PI, invece, un altro gruppo fu inviato nella direzione opposta, ed emerse nei pressi dell’Incudine del Sole, nelle Terre Brulle; contemplando il panorama circostante, i membri della spedizione giunsero all’erronea conclusione che il mondo esterno non fosse più abitabile. Questa consapevolezza diede agli elfi dell’ombra un motivo in più per continuare a vivere sottoterra, così come facevano, abbandonando ogni inutile speranza.

Anche nelle profondità sotterranee non mancavano nemici da combattere e gli elfi dell’ombra si resero presto conto che le caverne sovrastanti le loro erano abitate da migliaiadi umanoidi ostili. Grazie alle imprese della Regina Ubdala in superficie, comunque, gli elfi dell’ombra beneficiarono di un periodo di espansione demografica. Nonostante ciò, un’immane orda di queste creature riuscì a scoprire l’esistenza del reame elfico dell’ombra e lo attaccò di sorpresa, sfondandone le difese e causando gravi danni (448 PI); ripresisi dallo spavento iniziale, gli elfi dell’ombra radunarono le loro forze e sconfissero gli invasori, non lasciando che nemmeno uno di essi ritornasse dai propri simili per raccontare ciò che aveva visto. In questo modo gli elfi tennero segreta la propria esistenza e vissero tranquilli nei secoli a seguire.

 

La scoperta della superficie:

Quel che vennero a sapere nel 131 DI fu per loro un vero shock. Un gruppo di avventurieri umani scoperto in una delle loro caverne fu catturato ed interrogato; con sorpresa, essi rivelarono agli elfi che il mondo in superficie era ora perfettamente abitabile e che era abitato da varie razze, compresi altri elfi. Senza perdere tempo, gli elfi dell’ombra inviarono emissari nell’Alfheim, evitando gli umani che ritenevano responsabili delle loro plurime disgrazie. Il re elfico Celedryl fu contento di scoprire la loro esistenza, e si mostrò disposto ad aiutarli. Gli elfi dell’ombra, tuttavia, pieni di rancore, chiesero non solo esose riparazioni per i secoli di abbandono in cui i loro simili li avevano lasciati a vivere, ma addirittura più di metà del territorio dell’Alfheim per loro nonché la guida del regno. Ovviamente, così comportandosi, andarono incontro alla netta opposizione di Celedryl.

Gli elfi dell’ombra iniziarono in quello stesso decennio a fomentare fra gli umanoidi delle Terre Brulle l’odio per gli elfi di superficie; infiltrandosi fra loro sotto mentite spoglie, inducevano i capi delle orde ad effettuare scorrerie nell’Alfheim (150 DI). Queste razzie portavano a pochi risultati concreti, dal momento che gli elfi dell’Alfheim erano più che in grado di annientare chiunque penetrasse indesiderato nella Foresta di Canolbarth. Quando anche una grande invasione dell’Alfheim ad opera delle orde umanoidi fallì (390 DI), gli elfi dell’ombra capirono di dover agire in prima persona contro i loro rivali. In questo periodo, fra l’altro, un gruppo di avventurieri umani riuscì finalmente a portare in superficie notizie dell’esistenza del reame sotterraneo degli elfi dell’ombra (330 DI); queste voci diffusero nel Mondo Conosciuto molte delle leggende circolanti ancor oggi in superficie circa l’esistenza e l’indole degli elfi dell’ombra.

Dopo anni di preparazione, gli elfi dell’ombra portarono il proprio esercito sotto l’Alfheim e sferrarono un attacco di sorpresa dal sottosuolo (560 DI); l’azione era stata resa sempre più urgente dalla pressione demografica delle Terre dell’Ombra, e dall’impossibilità di fornire risorse per il mantenimento di tutti. Gli elfi di superficie, tuttavia, reagirono rapidamente e con l’aiuto dei loro alleati umani del Regno di Darokin sconfissero gravemente le forze degli elfi dell’ombra, che dovettero ritirarsi nelle loro caverne. L’insuccesso di quest’offensiva diretta indusse il nuovo sovrano delle Terre dell’Ombra, Telemon (asceso al trono nel 582 DI) a tentare una nuova strategia, ossia quella di infiltrare proprie spie nell’Alfheim, sistemarle in posizioni influenti e far crollare il reame elfico avversario dall’interno.

 

Il regno di Telemon:

La strategia di Telemon sembrò inizialmente funzionare, ma alcune delle spie che si recavano dalle Terre dell’Ombra nell’Alfheim rimanevano colpite dallo stile di vita idilliaco edalla intrinseca bontà degli elfi di superficie. Alcuni di questi agenti cominciarono a contestare la politica di aperta ostilità praticata dal loro stesso popolo, finché uno di essi rivelò la presenza della rete spionistica allo stesso re Celedryl (675 DI); il sovrano dell’Alfheim epurò tutti i livelli del suo reame dalle spie nemiche, ma i suoi sforzi ebbero solo un successo parziale e la rete spionistica degli elfi dell’ombra, benché colpita molto duramente, sopravvisse abbastanza bene da poter continuare, anche se più lentamente, ad ingrandirsi nei secoli seguenti.

I secoli scorsi sono stati tranquilli per le Terre dell’Ombra. L’unico evento fu la diffusione della terribile pestilenza che colpì le Terre Alte nell’802 DI, portata da spie elfiche dell’ombra che la avevano contratta in superficie. La pestilenza causò diecimila morti ad Alfmyr, ma si riuscì a contenerla ed, infine, a sconfiggerla. Il suo effetto principale fu generare un odio feroce degli elfi dell’ombra verso i nani, ritenuti anche da loro responsabili della diffusione del morbo.

Attualmente, le Terre dell’Ombra vivono un periodo di inquietudine, combattute come sono fra le ambizioni di Telemon relative alla conquista dell’Alfheim e le tradizioni degli sciamani e della Via di Rafiel, che potrebbe essere pericolosamente messa in discussione dagli sviluppi futuri. Tutto questo mentre il reame vive uno dei momenti più floridi della propria storia: assai popolato ed in crescita demografica, ben difeso e dotato di infrastrutture, e con una rete di spionaggio allargata come non mai.

 

Distribuzione della popolazione

Le Terre dell’Ombra sono costituite da una serie di grandi – talvolta immense – caverne sotterranee, collegate fra loro da un intricato reticolo di cunicoli, alcuni naturali, altri scavati dagli elfi dell’ombra. Il sottosuolo è attraversato da veri e propri fiumi sotterranei, che consentono a varie specie di funghi e flora sotterranea di crescere nell’oscurità; altre zone sono invece aride, ed ospitano deserti o fiumi di lava.

La popolazione delle Terre dell’Ombra si sostenta coltivando specie vegetali o muschi sotterranei, curando le grandi foreste di funghi, pescando nei fiumi o cacciando nelle caverne. Le Terre dell’Ombra ospitano alcune grandi città (come la capitale, Città delle Stelle, che conta 250.000 ab.) e parecchie cittadine più piccole – tanto che, sulla carta, la maggioranza della popolazione sembrerebbe risiedere nei centri urbani (63,4%). Ad uno sguardo più attento, tuttavia, si comprende come in realtà la popolazione abiti radunata in questi grandi agglomerati urbani solo per comodità, sicurezza e convenienza; infatti almeno il 70% della popolazione urbana delle Terre dell’Ombra non si dedica ad attività improduttive, bensì al sostentamento della popolazione e si reca quotidianamente a cacciare, coltivare e raccogliere alimenti. Perciò le attività propriamente cittadine di questi centri urbani occupano solo una minima parte dell’insediamento; il resto è costituito spesso da quelli che gli abitanti della superficie considererebbero estesi sobborghi.

In generale, la popolazione tende a risiedere non lontana dai centri urbani; per questo gran parte delle caverne e dei cunicoli sono praticamente disabitati (densità 1,4 ab./kmq) e percorsi soltanto da avventurieri, pattuglie o cacciatori.

·       Elfi: La quasi totalità della popolazione delle Terre dell’Ombra è costituita da elfi; non si tratta tuttavia degli elfi che si trovano anche in superficie, bensì dei pallidi elfi dell’ombra, che hanno costituito in questa regione sotterranea una civiltà del tutto diversa da quella dei loro ormai lontani cugini.

·       Geonidi: Un nutrito numero di membri di questa strana razza (2.000 ab.) abita alcune regioni di questo reame sotterraneo, in particolare i cunicoli de Il Formicaio e le zone a sud di Alfmyr. Le loro comunità tendono ad essere autosufficienti e ad includere 30-100 individui ciascuna.

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