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[Ambientazione] Demografia di Mystara - Parte I - Mondo Conosciuto: Wendar

 

Wendar

 

Superficie: 278.980 kmq. (come la Bielorussia e la Lituania attuali).

Popolazione: 692.750 ab. (49,7% umani, 34,6% elfi, 10,9% mezzelfi, 1,1% centauri, 3,7% altri).

Densità: 2,5 ab./kmq.

 

Cenni storici

 

I primi arrivi:

Il vasto e settentrionale reame di Wendar ha una storia antica e dagli inizi travagliati. Vicina al Polo Nord ai tempi di Blackmoor, questa terra si spostò nella fascia temperata abitabile di Mystara in seguito agli sconvolgimenti planetari causati dalla Grande Pioggia di Fuoco.

I primi individui a giungervi furono gruppi di sbandati elfi alti (i cosiddetti Genander stanziati a nord di Blackmoor, in Skothar), sopravvissuti all’inverno nucleare che avevacolpito il pianeta. Questi elfi erano i superstiti dei clan emigrati dai Boschi Rossi che, migrando dallo Skothar sotto la guida di Menander Itahmis, si erano stanziati ai confini delle colonie blackmooriane in Brun; come i loro simili provenienti dall’Evergrun (antenati degli elfi sotterranei), essi avevano abbracciato l’utilizzo della tecnologia, ma diversamente da loro avevano scelto di non rinchiudersi sottoterra al monmento della catastrofe, e di cercare invece scampo allontanandosi dalla zona contaminata. Questi elfi alti subirono molte perdite, ma infine trovarono rifugio all’ombra di una grande valle boscosa, che battezzarono Genalleth (2995 PI).

Anche colà gli elfi alti non trovarono facilmente la pace e la felicità: dopo molti durissimi inverni e le migliaia di morti causati dalla terribile malattia che avevano contratto a causa dell’esposizione alle radiazioni, il loro numero era parecchio diminuito. Inoltre, gli ordigni tecnologici sui quali facevano ancora così pesantemente affidamento smisero progressivamente di funzionare, privandoli di un ulteriore mezzo di sostentamento; rigettando la tecnologia e tutti i suoi ritrovati, che avevano condotto il mondo alla catastrofe, gli elfi cercarono di ritrovare il contatto con la natura, riconvertendosi alle loro antiche usanze silvestri. Fu in questo momento che l’Immortale Ordana cominciò ad ascoltare di nuovo le loro suppliche; nella sua benevolenza, ella inviò agli elfi le Faedorne, le potenti magie delle quali consentirono finalmente di arginare la diffusione della malattia e di sopravvivere (2900 PI). Nei secoli seguenti, gli elfi alti del Genalleth riscoprirono la magia divina (in particolare il druidismo) ed i segreti arcani della propria razza grazie al contributo delle fate, che si stabilirono all’interno del loro paese.

 

Prosperità e catastrofe:

Per secoli gli elfi alti del Genalleth poterono riprendere in pace ed armonia con la natura le loro lunghe vite, coltivando l’adorazione della loro patrona Ordana e l’amicizia con le fate. Verso il 2000 PI avvennero i primi contatti fra gli elfi del Genalleth coi loro simili, separatisi dalla migrazione di Ilsundal, che si erano stanziati nelle gelide Terre Alte: grati di sapere che altri membri della loro razza erano sopravvissuti al disastro di un millennio prima, i vari clan di elfi delle Terre Alte allacciarono legami di amicizia con gli abitanti del Genalleth. Tuttavia, la Catena Wendariana rappresentò sempre un ostacolo troppo massiccio perché i due gruppi potessero veramente riunirsi.

In questo stesso periodo un gruppo di avventurieri elfi alti del Genalleth iniziò la propria ascesa al potere grazie allo studio delle arti magiche e alle loro imprese nelle lande del nord. Legati da amicizia ed affetto reciproci, questi compagni si diedero il nome di un antico essere delle foreste, il Korrigan, per simboleggiare la loro vicinanza al mondo fatato e naturale.

Attorno al 2000 PI, la grande migrazione dei Neathar proveniente dal Brun centrale che avrebbe investito di lì a poco tutto il Mondo Conosciuto, attraversò anche il Genalleth; molti clan neathar appartenenti ad un’etnia imparentata con quella dei popoli che in futuro colonizzeranno l’Isola dell’Alba ed il Robrenn, si stanziarono nelle pianure situate in mezzo alle foreste abitate dagli elfi. Questi umani semi-nomadi nutrivano un profondo rispetto per gli elfi e le creature fatate in generale, che riverivano quali spiriti della natura; gli elfi alti, dal canto loro, accolsero gli umani nella loro valle e divennero di fatto una sorta di loro benevoli protettori.

Questo prospero nuovo inizio non doveva durare. Nel 1700 PI alcuni elfi, appartenenti ad un clan stanziatosi nelle attuali Terre Brulle nel 1950 PI dopo aver vissuto secoli sottoterra, ritrovarono un potente ordigno nucleare risalente all’epoca di Blackmoor e, maneggiandolo incautamente, ne causarono l’esplosione. Gran parte degli elfi che vivevano nella regione vennero annichiliti dall’esplosione, altri fuggirono sottoterra (gli antenati degli Elfi della Valle di Ghiaccio e del Popolo Mite), altri ancora si misero in salvo attivando all’ultimo minuto un potente incantesimo olteco a suo tempo riscoperto da Ilsundal (il Ponte dell’Arcobaleno).

Uno dei clan di elfi silvani che abitava le Terre Alte settentrionali, tuttavia, decise di fuggire verso nord, cercando rifugio presso i loro cugini del Genalleth. Dopo aver attraversato la Catena Wendariana, essi furono ben accolti dai loro simili, che li aiutarono a sopravvivere grazie alle potenti magie di cui i Korrigan avevano scoperto i segreti (fra queste c’era anche il potente artefatto noto come la Stella Elfica). Grazie a questi portentosi effetti, la valle di Genalleth riuscì a restare relativamente al sicuro dagli effetti nefasti che l’esplosione aveva causato nelle Terre Alte, nelle Terre Brulle e nell’Ethengar.

 

L’Età Aurea:

Le imprese compiute dai Korrigan per salvare il Genalleth ed i suoi abitanti dagli effetti della catastrofe del 1700 PI segnarono la loro definitiva ascesa verso l’Immortalità, che si compì nel giro di un secolo (1600 PI). I sei secoli seguenti (1600-1000 PI) sono noti nella storia wendariana come l’Età Aurea, nella quale gli elfi del Genalleth poterono godere dellaprotezione dei loro nuovi patroni, i Korrigan, che avevano lasciato loro in dono la potente Stella Elfica e la conoscenza per usarne i poteri in favore di tutti; le due razze di elfi, gli elfi alti e gli esuli silvani giunti dalle Terre Alte, convissero pacificamente e consolidarono la loro influenza sui Neathar stanziati nella regione. Tuttavia, mentre buona parte degli elfi alti e degli elfi silvani giunti dal sud tolleravano la vicinanza con gli umani e collaboravano affinché perdurasse il reciproco rispetto fra le razze, alcuni clan di elfi alti – insofferenti del contatto con gli umani, che consideravano inferiori e troppo prolifici – cominciarono ad esplorare le foreste del vicino Altopiano Denagothiano, prospettando la possibilità di stanziarvisi.

Frattanto, l’elfo alto Sylvair venne eletto re di Genalleth, primo sovrano della regione, dai capoclan elfi e umani; la sua autorità si estendeva sul Genalleth vero e proprio (attuale Wendar centro-settentrionale), sul Kevareth (attuale Wendar orientale) e su Granbosco (attuale Wendar occidentale).

Passò così una generazione elfica di relativa pace: all’interno della valle gli elfi vissero in armonia con gli umani e la loro interazione fu favorita dall’intervento delle magie dei Korrigan, che permisero la nascita di esemplari di mezzelfi dalle poche unioni fra elfi ed umani che avvennero in questo periodo – questo fatto fu di capillare importanza, perché nel futuro contribuirà a far apparire il Genalleth nell’immaginario di tutti come il vero paese dell’armonia fra umani ed elfi. Assieme, i due popoli respinsero agevolmente ogni minaccia da parte delle tribù umanoidi, che giungevano in questo periodo dal nord e dall’est (come le orde di re Loark e di Akkila Khan), e da parte dei clan umani più bellicosi (clan antaliani che si erano stanziati nel Nordurland – gli attuali Territori Heldannici).

 

Le Guerre dei Clan:

Attorno al 1000 PI la pressione esercitata dai Nithiani sulla civiltà antaliana delle Terre del Nord causò una serie di migrazioni di clan a catena che ne spinsero diversi in direzione delle regioni nord-occidentali. Molti clan antaliani attraversarono la Catena Wendariana ed i monti Mengul per raggiungere il Genalleth. Qui, essi giunsero con le intenzioni bellicose proprie della loro cultura, depredando la regione del Kevareth e facendo spargere per il paese notizia del loro carattere indomito e del loro coraggio. Alcuni clan di umani indigeni, ambiziosi e desiderosi di strappare una parte del potere agli elfi per appropriarsene essi stessi, colsero questa occasione per accogliere i nuovi arrivati ed allearsi con essi. Presto fu chiaro per gli elfi ed i clan umani a loro fedeli che la situazione non poteva essere ribaltata con l’uso della forza; in virtù di una serie di alleanze, grazie alle quali gli umani estesero la loro influenza, la pace fu gradualmente ristabilita ed agli Antaliani fu permesso di restare, come vassalli sia degli elfi che degli umani indigeni.

La loro presenza, avendo permesso ai più ambiziosi capoclan umani di assaporare la vittoria, fu in breve tempo destabilizzante; parecchi clan antaliani vennero sfruttati da questo o quel partito nei loro conflitti di potere negli anni seguenti. Questi scontri giunsero al culmine verso il 990 PI, quando venne il tempo di eleggere un nuovo re elfico che fungesse da Custode della Stella Elfica: violenti scontri ebbero inizio, alimentati dalle macchinazioni dei clan umani più ambiziosi, e il paese si frantumò in una serie di piccoli potentati indipendenti. Nel caos che seguì, la Stella Elfica andò perduta, forse portata via da uno dei clan oppure dagli stessi Korrigan.

Di fronte al disordine in cui stava cadendo il Genalleth, molti clan di elfi alti – già insofferenti della presenza umana – decisero di evitare il coinvolgimento in questi scontri e di abbandonare il paese. Essi decisero di dirigersi verso nord-est, e di stanziarsi nelle fitte foreste centro-meridionali dell’Altopiano di Denagoth che i loro avventurieri e pionieriavevano esplorato nei secoli passati. Qui, essi avrebbero poco dopo fondato un nuovo reame, battezzato Geffronell (comprendente le attuali Grande Foresta di Geffron e la Foresta di Lothenar).

Frattanto, nel Genalleth imperversarono le Guerre dei Clan, una serie di scontri più o meno continui che durarono secoli e secoli, durante i quali gli elfi alti, gli elfi silvani e gli umani del Genalleth e del Grande Selvaggio Nord rimasero divisi e si contesero il controllo delle terre. Tutti cercarono di ritrovare la Stella Elfica, la quale avrebbe segnato l’ascesa di un nuovo legittimo pretendente al trono, ma senza riuscirci. I Korrigan, dal canto loro, erano molto scontenti della piega che gli eventi avevano preso, ed inviarono presagi ai governanti ed ai sacerdoti più potenti, intimando loro di redimersi; molti di questi individui si imbarcarono in epiche imprese per purificare il proprio spirito e cercare di ritrovare la Stella Elfica.

Gli elfi alti che si diressero verso l’Altopiano di Denagoth non furono i soli ad allontanarsi dalla valle di Genalleth in seguito alle Guerre dei Clan. Anche alcune tribù di stirpe antaliana, stanche delle costanti guerre che perduravano fra i capoclan del meridione, si stabilirono sulle pendici della Catena Wendariana, insediandosi nelle sue vallate boscose grazie alla rinnovata abitabilità della zona (in seguito allo scioglimento dei ghiacciai generati dagli effetti dell’esplosione di oltre mille anni fa) (500 PI).

In questi secoli, piccoli gruppi di gnomi giunsero nel Kevareth (480-350 PI), in fuga dal massacro della loro civiltà sotto gli Hardanger ad opera delle orde dei coboldi. Essi trovarono felice accoglienza da parte dei domini orientali del Genalleth, dove la guerra si era fatta sentire di meno, che permisero loro di stanziarsi sulle colline e sulle montagne della regione. Alcuni clan gnomici, col tempo, si adattarono anche alla vita nelle foreste, sviluppando abitudini non dissimili da quelle degli elfi locali e divenendo noti come “gnomi delle foreste”.

 

Enoreth e il ritrovamento della Stella Elfica:

La fine dei disordini e la pace non erano tuttavia nelle mani degli abitanti del Genalleth. Enoreth, un sacerdote elfo alto nativo del Geffronell, fu colui che infine riuscì nella sua cerca e ritrovò la perduta Stella Elfica. Col potente artefatto fra le mani – che di fatto lo rendeva l’unico legittimo candidato al trono del Genalleth – egli fece ritorno in Genalleth, portando con sé la notizia del ritorno della Stella Elfica ed anche cattive nuove: orde di umanoidi, unitesi col supporto del culto di Idris, si stavano radunando nei monti Mengul per portare un attacco in forze contro gli abitanti della valle. Senza lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà, Enoreth riuscì con la diplomazia e con la sua nuova autorità a tenere uniti gli abitanti della valle quel tanto che bastava per contrapporre un fronte unito all’invasore umanoide; usando i poteri della Stella Elfica, egli sconfisse le orde umanoidi, ricacciandole nelle montagne, e mostrò a tutti quanto grande fosse la benevolenza dei Korrigan verso coloro che avevano fede in loro.

Dopo la vittoria, nessuno osò contestare il favore dei Korrigan, di cui Enoreth evidentemente godeva. I capoclan delle razze elfiche ed umane, spossati dopo secoli di guerre, insicurezza e disordini, accettarono di buon grado di riunirsi e di assegnare la corona del Genalleth al nuovo sovrano Enoreth, la cui autorità venne riconosciuta anche dai clan di elfi alti che abitavano l’Altopiano di Denagoth.

Sotto il regno di Enoreth (300 PI-205 DI) ebbe inizio una nuova età di pace e fratellanza fra gli elfi e gli umani del Genalleth e del Geffronell; nuove leggi furono promosse per impedire che in futuro nuovi disordini potessero turbare la pace. Alla fine del suo regno, sentendo l’avvicinarsi del termine della sua vita mortale, Enoreth scelse un nuovo erede e Custode della Stella Elfica fra gli elfi del Geffronell, dopo aver promesso agli abitanti del Genalleth maggiore libertà. Alla sua morte, l’onorato sovrano venne sepolto in un luogo sacro nelle profondità della Foresta di Geffron, da allora noto come il Santuario di Enoreth.

Denolas (205-866 DI), un altro elfo alto, raccolse le redini del regno dopo Enoreth; il suo primo atto fu quello di nominare un reggente che curasse le faccende del Genalleth, come Enoreth gli aveva ordinato di fare prima di morire. Denolas scelse Wendar, un assennato e carismatico mezzelfo, per assolvere questo compito; il sovrano sperava infatti che la natura mista di questo individuo sarebbe stata un incentivo al rafforzamento della sua autorità sugli umani e gli elfi del Genalleth, e gli delegò completamente la supervisione di questa regione.

Così, mentre Denolas eleggeva a propria residenza la Foresta di Lothenar, molto lontana dal Genalleth, Wendar divenne di fatto il signore della valle di Genalleth.

 

Wendar e la nascità di un’identità comune:

Wendar si mise subito al lavoro per impedire che l’edificio di pace e fratellanza che Enoreth aveva costruito nei secoli passati non andasse perso dopo la sua morte. Egli riunì i capoclan delle stirpi elfiche ed umane ed i signori delle comunità del Genalleth nella sede del proprio clan, e, dopo lunghe discussioni, essi siglarono un patto di fedeltà e mutua amicizia che divenne noto come la Lega di Wendar. Quest’azione rafforzò enormemente il potere di Wendar, e soprattutto gli diede l’autorità di cui abbisognava per gestire le faccende della regione, grazie al comune accordo preso coi signori locali – un’autorità che la nomina da parte del distante re Denolas non era stata sufficiente a conferirgli.

Durante la reggenza di Wendar, il Genalleth continuò a godere di pace e prosperità; egli si adoperò grandemente per rafforzare i legami fra gli elfi e gli umani nella regione, assegnando più poteri ai capi umani e ponendo le basi di una fede comune nei Korrigan. Le poche sue operazioni militari furono dirette soprattutto a ristabilire l’ordine nelle più turbolente zone meridionali del Genalleth.

Alla morte di Wendar (280 DI), la sede del suo clan era ormai divenuta una città, che era stata ribattezzata Wendar in suo onore. I membri della Lega di Wendar si riunirono e, ormai convinti a continuare la loro cooperazione, elessero assieme un nuovo reggente che guidasse la loro alleanza in futuro. Denolas, il sovrano di Geffronell, fece più tardi visita al nuovo reggente e ratificò la sua elezione dopo che questi ebbe giurato fedeltà a lui di fronte alla sacra Stella Elfica. Da allora tutte le seguenti nomine dei reggenti della Lega seguirono questa procedura. La regione del Genalleth divenne così nota come la Lega di Wendar, o Lega Wendariana.

Nei secoli seguenti, la Lega visse perlopiù in pace, eccettuate le usuali schermaglie contro le creature delle terre selvagge, gli umanoidi dei Mengul e qualche puntata da parte dei barbari che abitavano il Grande Selvaggio Nord. Altrettanto salda si mantenne l’amicizia fra i membri della Lega Wendariana e Denolas, il sovrano del Geffronell. Questi, al contrario degli abitanti della valle, dovette fronteggiare a partire dal VI sec. DI l’ascesa del reame di Denagoth sotto gli auspici del nefasto clero di Idris, che predicava fra i suoi dogmi lo sterminio degli elfi; per tre secoli l’altopiano fu teatro di scontri fra le forze del Denagoth, quelle del Geffronell e quelle del neonato ma forte regno di Essuria, la cui dinastia mantenne in questo periodo una relativa vicinanza agli elfi e grazie al contributo del quale il clero di Idris poté essere tenuto in scacco così a lungo – tanto che alla fine di questo periodo il Denagoth era ormai una regione divisa senza alcuna possibilità di ribaltare il dominio degli elfi e dell’Essuria sull’Altopiano di Denagoth.

A partire dal 720 DI circa, ebbe luogo un importante fenomeno migratorio “di ritorno” verso le Terre Libere di Heldann. Il condottiero Heldann ‘il Grande’, infatti, aveva liberato – come non era mai successo – dai troll e dai loro alleati il Nordurland, ed aveva reso quel paese relativamente più coeso grazie alla sua autorità. Data la disponibilità di terre più fertili e l’identità etnica che li collegava agli abitanti del Nordurland, molti Heldannesi emigrarono di nuovo nel corso dei due secoli seguenti verso est, ritornando nella loro antica patria. Questa emigrazione verso le Terre Libere di Heldann fu assai importante perché ridimensionò il potere di molti possidenti terrieri umani e ristabilì una certa parità demografica all’interno del Genalleth fra gli elfi e gli umani – una parità che da qualche tempo era svanita in favore degli umani, assai più prolifici della razza elfica.

Verso la fine del VIII sec. DI si collocano anche le imprese nei reami del nord (Terre Libere di Heldann, Norwold, Essuria e Genalleth) di un eroe thyatiano, Giovanni Porphirio, che sarebbe divenuto in seguito imperatore di Thyatis col nome di Giovanni I (799-811 DI). Durante le sue avventure questo intraprendente, astuto e coraggioso personaggio si feceamiche numerose personalità importanti dei detti reami, ottenendo grande fama in questa parte del mondo. La sua più grande impresa – e quella che ebbe gli effetti più importanti sul lungo periodo – fu comunque la scoperta di un piano del clero di Idris per catturare diversi esemplari di draghi d’oro ed elfi alti, e sottoporli ad orrendi esperimenti, per creare una nuova razza draconica devota ad Idris che si sarebbe innalzata come dominatrice su tutto l’Altopiano di Denagoth e sul Genalleth. Giovanni ed i suoi compagni mandarono in fumo il malefico piano, liberando un gruppo di draghi d’oro ed elfi prigionieri e guadagnandosi l’eterna gratitudine dei popoli elfici del Genalleth e del Geffronell, nonché del sovrano essuriano. I draghi d’oro, in segno di eterna gratitudine nei confronti di Giovanni, giurarono di rimanere sempre fedeli alleati del popolo thyatiano; Giovanni fece in modo di siglare con essi un patto, il qualche prevedeva che un certo numero di essi servisse nella Flotta Aerea di Retebius per un periodo stabilito di anni, dopodiché altri loro simili sarebbero giunti a sostituirli. Molti di questi draghi d’oro, nei secoli seguenti, si sarebbero stanziati in terra thyatiana definitivamente. Questo evento è all’origine della presenza dei draghi d’oro nella Flotta Aerea di Retebius.

 

Dall’ascesa di Landryn alla Guerra dei Maghi:

Si preparava tuttavia per gli abitanti del Geffronell e del Genalleth un periodo di gravi sventure. Il male infatti non provenne dal Denagoth, ma dal cuore dell’Essuria, il cui sovrano Landryn Teriak (856-61 DI), asceso al potere assassinando il fratello Vespen, si alleò con clero di Idris, cominciando ad arruolare al suo servizio le tribù umanoidi dei monti Mengul e ad assumere un atteggiamento aggressivo verso il Geffronell. Presto questa ostilità si tramutò in una vera e propria guerra, che poté essere vinta dagli elfi solo grazie all’aiuto portato dai barbari del settentrione, guidati dall’eroe Henadin.

Ma la minaccia non era finita: Landryn, aiutato dal clero di Idris, ascese di nuovo nel Denagoth, cingendone la corona col nome di “Signore delle Ombre”. Il gran sacerdote diIdris mise in primo piano nell’ordine del giorno del Signore delle Ombre la distruzione del Geffronell e l’invasione del Genalleth; le forze di Landryn ebbero infine ragione degli abitanti della Foresta di Lothenar: re Denolas tutta la sua famiglia e tutti gli abitanti vennero sterminati senza pietà (866 DI).

Non tutto era perduto. Bensarian, il saggio mezzelfo consigliere del defunto re, riuscì a fuggire magicamente dal massacro, portando con sé la Stella Elfica, l’artefatto simbolo della casata regnante del Geffronell. Mentre i capoclan elfi alti della Grande Foresta di Geffron discutevano fra di loro per nominare un nuovo re, Bensarian portò la sua richiesta di aiuto di fronte all’assemblea dei membri della Lega Wendariana (867 DI), mostrando loro la Stella Elfica in ricordo della loro amicizia e del loro giuramento di fedeltà al Geffronell. Il panico suscitato dalla notizia portata da Bensarian e l’indecisione sulla cosa migliore da fare impedirono ai membri della Lega di prendere una decisione unanime in favore dell’invio di rinforzi sull’altopiano; furono soprattutto i capoclan umani a mostrarsi riluttanti verso una campagna che si presentava difficile e di dubbio successo. Bensarian, allora, dopo una serie di incontri segreti coi capoclan elfi, consegnò l’artefatto a Gylharen, un eroe elfo di sangue sia silvano che alto, mago e signore della città di Wendar. Sebbene quest’atto rendesse di fatto Gylharen sovrano del Geffronell e del Genalleth, molti dei capoclan umani si rifiutarono di riconoscere la legittimità dell’atto di consegna ed abbandonarono l’assemblea.

Gylharen, d’altro canto, reso ben consapevole del pericolo dalle parole drammatiche di Bensarian, cominciò a fortificare i confini del Genalleth con l’aiuto dei pochi alleati rimastigli, ed a rinforzarli di truppe. Grezie alle istruzioni di Bensarian, egli provvide anche a lanciare gli incantesimi necessari a convocare il vero potere della Stella Elfica.

L’attacco del Signore delle Ombre giunse nell’868 DI. Le sue forze, composte da umani ed umanoidi ed appoggiate dalle oscure magie tanto di Landryn quanto dei sacerdoti di Idris, forzarono il Passo di Geron, conquistando alcune posizioni fortificate dai Wendariani sulle pendici dei monti Mengul – ma non poterono andare oltre, poiché si trovarono di fronte le potenti magie della Stella Elfica, le quali, più di ogni forza o esercito mortale, riuscirono a respingere nell’altopiano gli invasori, ed a segnare la vittoria di Gylharen in quella che venne chiamata la Guerra dei Maghi. Il Signore delle Ombre, sconfitto, si ritirò nel Denagoth, meditando la vendetta.

In questo periodo, peraltro, alcune migrazioni coinvolsero anche il Genalleth, sebbene la loro entità non fosse tale da alterare la compagine del paese. Si trattò in primo luogo di gruppi di superstiti nani in fuga verso nord dalle Terre Alte, dove si era scatenata una terribile persecuzione contro di loro per via della peste che essi erano accusati di aver portato (802-28 DI). Ai nani, assieme ai quali giunsero pure pochi gnomi, venne permesso di stanziarsi nelle pendici della Catena Wendariana, e furono strattamente tenuti sott’occhio per impedire un ulteriore propagarsi della pestilenza. Qualche decennio dopo, gruppi di aristocratici umani (perlopiù di stirpe thyatiana) giunsero a nord sempre dalle Terre Alte; non essendo maghi, questi nobili erano rimasti profondamente scontenti dalla promulgazione della “Luce di Rad” nel Glantri (859 DI) e, dopo aver tentato di ribaltare con la guerra la direzione in cui i maghi stavano spingendo quella repubblica, sconfitti, alcuni ripararono nel Genalleth (860 DI). Pur protestando formalmente di fronte a Gylharen ed ai capi più importanti dei potentati meridionali della regione, i Glantriani ritennero opportuno non alienarsi la neutralità dei principati del Genalleth e preferirono lasciar perderela cosa. Questi aristocratici diedero praltro un contributo importante dal punto di vista politico ed organizzativo a Gylharen ed ai suoi successivi tentativi di radunare attorno a sé le forze della valle. Essi furono fra i primi stranieri a beneficiare di concessioni di terre da parte di Gylharen.

 

La sconfitta del Signore delle Ombre e l’unificazione del Wendar:

Negli anni seguenti la vittoria, Gylharen cercò di convincere tutti i capi elfi ed umani ad accettarlo come nuovo sovrano e Custode della Stella Elfica. Sfortunatamente, gli elfi della Grande Foresta di Geffron protestarono veementemente contro la sua pretesa sull’autorità regia, dal momento che essa non era avvenuta secondo la consueta procedura né era derivata da un comune accordo di tutti i capoclan elfi. Dal canto loro, gli umani volevano prendere parte alla decisione relativa a chi avrebbe custodito la Stella Elfica, che si era ora dimostrata un tassello irrinunciabile del destino del paese, e non desideravano più essere governati dai lontani elfi dell’altopiano. Nonostante le tensioni, Bensarian e Gylharen riuscirono a mantenere la pace, ma le discussioni andarono avanti molto lentamente. Nel frattempo, Gylharen mantenne il possesso dell’artefatto e continuò a governare sulla città di Wendar e sulle regioni che avevano riconosciuto la sua autorità.

Il Signore delle Ombre, ricostruendo pian piano la sua autorità nell’altopiano e comprenendo che la Stella Elfica era l’unico ostacolo che lo separava dalla conquista del Genalleth, elaborò un piano per impadronirsene. Una sua spia, Camla, divenne apprendista di Gylharen e si guadagnò a tal punto la sua fiducia da riuscire a penetrare i più intimi segreti del sovrano. Nell’897 DI, Camla rubò la Stella Elfica, portandola a Gereth Minar, la dimora del Signore delle Ombre. Contemporaneamente, i membri del culto di Idris che nei decenni passati si erano infiltrati nel Genalleth diffusero una pestilenza e causarono una terribile siccità che colpì tutta la regione, generando una grave carestia. I dissenzienti furono lesti ad accusare Gylharen di inefficienza, e nel Genalleth esplosero disordini civili.

In questa situazione disperata, Gylharen inviò una richiesta di aiuto all’Impero Thyatiano, che da diversi decenni ormai guardava con occhio benevolo a queste regioni nordiche; tuttavia, la crisi dell’impero negli ultimi anni del IX sec. DI rendeva impossibile un intervento thyatiano in queste remote regioni del nord.  Il nuovo, giovane imperatore Gabrionius IV, tuttavia, provvide ad inviare a Gylharen una squadra di avventurieri di fiducia, ai quali affidare la pericolosa missione di recuperare la Stella Elfica (898 DI).

Questo manipolo di eroi ebbe successo nel recuperare l’artefatto e riuscì addirittura a costringere il Signore delle Ombre a fuggire da Gereth Minar. Di nuovo in possesso dellaStella Elfica, Gylharen utilizzò i suoi poteri e riuscì a fermare la pestilenza ed a terminare la siccità, guadagnandosi gli ampi favori della popolazione. Anche i capi, messi di fronte alla sua rafforzata autorità, cominciarono a disporsi più favorevolmente nei suoi confronti; da parte sua, Gylharen propagandò fortemente l’alleanza di tutte le comunità appartenenti alla Lega Wendariana sotto la sua autorità – l’unica garanzia che potesse tenere lontane le orde del Denagoth e gli intrighi di Idris dalla loro patria.

Un ulteriore successo degli eroi inviati da Gylharen – che recuperarono un nefasto artefatto malefico, il Bastone Nero, e lo usarono per raggiungere il Signore delle Ombre, ora divenuto un non-morto, in Drax Tallen, e distruggerlo definitivamente – diede alle proposte ed all’autorità di Gylharen una forza tale da moltiplicare di parecchio le adesioni dei capi umani alla sua autorità. Così, in una solenne cerimonia che si tenne nella città di Wendar nel 901 DI, presenti tutti i capi elfi ed umani del Genalleth, Gylharen venneincoronato sovrano di Wendar, il nuovo nome che venne usato per denotare la valle di Genalleth.

Nei decenni seguenti Bensarian mediò fra Gylharen e gli elfi alti del Geffronell, in modo da raggiungere un accordo; questi elfi erano ancora riluttanti a riconoscere Gylharen legittimo sovrano del Genalleth e del Geffronell, ma accosentirono se non altro a lasciarlo regnare fino alla sua morte, con la promessa che a quel punto si sarebbe tenuto un comune concilio di tutti i capoclan elfi – con la presenza di tre rappresentanti degli umani – per eleggere il nuovo sovrano e Custode della Stella Elfica. Da parte sua, Gylharen promise di proteggere il Geffronell e inviando rinforzi al confine con la Foresta di Lothenar e venendo in aiuto degli elfi in caso di invasione da parte del Denagoth.

Negli ultimi decenni, il Wendar è rimasto perlopiù tranquillo; ha intrattenuto rapporti amichevoli con la maggior parte dei paesi confinanti – salvo i Territori Heldannici, da quandoi Cavalieri Heldannici vi hanno preso il potere – e cercato di consolidare contatti e legami commerciali col resto delle nazioni del Mondo Conosciuto e del Norwold. Sebbenel’amicizia con l’Impero Thyatiano si sia ormai allentata per via del ricambio dinastico avvenuto sul trono imperiale, i due paesi mantengono relazioni cordiali. Le occasionali scorrerie degli umanoidi dei monti Mengul non hanno mai rappresentato una minaccia durante il regno di Gylharen, e non sembra che i Denagothiani o il culto di Idris siano in procinto di scatenare una nuova invasione del Genalleth o del Geffronell. Nonostante ciò, inquietanti voci provengono dall’altopiano, raccontando che il Signore delle Ombre regna ancora alcune remote regioni di esso



Distribuzione della popolazione

Il reame di Wendar fa parte del Mondo Conosciuto quasi soltanto di nome, tagliato fuori com’è dai paesi confinanti dalle barriere naturali della Catena Wendariana, dei monti Mengul e dell’Altopiano di Adri Varma. Di fatto esso è costituito da una enorme vallata compresa fra queste alture e montagne, una grande pianura cosparsa di antichi boschi che ospitano alberi secolari.

Retto da quasi un secolo da Gylharen, il suo monarca elfico, e tenuto assieme dai poteri della Stella Elfica, il Wendar è uno fra i paesi del mondo dove gli umani e gli elfi si sono integrati meglio. Sebbene vi restino alcune zone di dominio “specifico” di una delle due razze – come certi tratti delle pianure o delle montagne in mano agli umani, o come le foreste più fitte, dominate dagli elfi – nella maggior parte delle regioni del regno si possono trovare le due razze che vivono in armonia nello stesso ambiente. Questo – e la presenza dei mezzelfi, che ha del miracoloso – ha contribuito a rendere al mondo l’immagine del Wendar come paese principe dell’integrazione e della collaborazione fra umani ed elfi.

Sebbene l’autorità di Gylharen si eserciti su tutto il paese, diverse istituzioni della vecchia Lega Wendariana restano ancora in vigore, e le autonomie locali sono tenacemente conservate sia dagli umani che dagli elfi, in particolare quelli alti. In effetti il potere assoluto del monarca risulta fortemente dipendente dalle decisioni dell’assemblea dei capoclan elfi e dei signorotti umani, che viene convocata dal sovrano per risolvere le questioni più importanti o di rilevanza nazionale. Gylharen ha tentato di aumentare la propria autorità all’interno di questa assemblea promuovendo la concessione feudale di terre a suoi favoriti e uomini di fiducia, che hanno generato un tessuto di piccole baronie e potentati fedeli al re soprattutto nelle zone di confine e nel nord.

Come si è detto, il Wendar è una specie di unica, vasta pianura. Il suo clima è assai freddo, ma decisamente più secco di quello, ad esempio, del Glantri, poiché le nuvole cariche di pioggia ed i venti sono spesso bloccati dalle vaste barriere naturali che avvolgono il reame. Per questo la terra, sebbene molto abbondante, presenta meno attrattive per i pionieri, e talvolta è necessario scavare addirittura dei pozzi per far giungere l’acqua in certe zone più secche di queste pianure. La grande quantità di falde acquifere e fiumi sotterranei, tuttavia, alimenta efficacemente le grandi foreste che coprono quasi la metà del territorio wendariano. Questo spiega perché le pur vaste ed ospitali pianure wendariane siano poco insediate (5 ab./kmq), soprattutto a confronto dei boschi (1,5 ab./kmq), dove abita la maggior parte della popolazione elfica; le colline (0,7-1,4 ab./kmq) e le montagne (0,4 ab./kmq) presentano densità normali per queste latitudini, mentre le foreste più fitte sono abitate solo da pochi elfi (0,5 ab./kmq). Gli insediamenti urbani sono scarsi nel Wendar, e separati da grandi distanze; nel complesso, la proporzione di abitanti urbani è molto bassa (circa 8%), e la maggior parte degli abitanti vive in piccoli villaggi e comunità fortificate.

Umani: Gli umani sono la razza più numerosa del Wendar (344.560 ab.), sebbene non quella dominante dal punto di vista politico e culturale – un primato che spetta agli elfi. Essi vivono perlopiù nelle pianure che si estendono fra i confini delle grandi foreste, ma nei boschi più radi è facile trovare comunità in cui umani ed elfi convivono fianco a fianco.

La stragrande maggioranza degli umani è di stirpe wendariana (87,5%), un’etnia nata dalla fusione dei primi Neathar che si stabilirono qui nel 2000 PI e degli Antaliani arrivatisuccessivamente nel 1000 PI; sono un popolo pacifico, amico degli elfi e della natura, ma anche geloso della propria autonomia e campanilista.

Una minoranza importante della popolazione, soprattutto nel nord del paese, appartiene all’etnia dei barbari del Grande Selvaggio Nord (9%); stanziatisi qui nel corso dei secoli, essi si sono ormai integrati nella cultura wendariana ed hanno abbandonato le peggiori usanze barbariche, sebbene mantengano ancora alcune delle loro antiche tradizioni.

Minoranze più piccole sono formate anche da Heldannesi (2%), ritornati nel Wendar soprattutto nell’ultimo mezzo secolo, dopo la conquista della loro patria da parte dei Cavalieri Heldannici; da Denagothiani ed Essuriani (1%), scesi nel Wendar nei secoli di convivenza pacifica fra questi paesi o fuggite dal giogo di Landryn Teriak e all’anarchia seguita alla sua sconfitta; e infine umani provenienti dal Glantri (0,5%), eredi di alcune casate nobiliari, soprattutto di stirpe thyatiana, e arrivati qui un secolo e mezzo fa, quando la Repubblica di Glantri emise la legge nota come “Luce di Rad” (859 DI), che risevava la nobiltà ai maghi e costringeva i dissenzienti all’esilio.

Elfi: Gli elfi sono la razza dominante del Wendar (239.960 ab.), non tanto demograficamente, quanto dal punto di vista politico e culturaleL’esistenza stessa del culto dei Korrigan, praticato anche dagli umani, ed il fatto che il paese si sia unito grazie ad un monarca elfico ed al suo artefatto elfico ne sono chiare testimonianze. Gli elfi abitano soprattutto i boschi e le zone silvestri, ed alcuni clan più attaccati al loro stile di vita tradizionale preferiscono risiedere lontano da tutti, nelle foreste più fitte. Tutti indistintamentegodono della fiducia e dell’amicizia dei centauri, delle fate e delle altre razze dei boschi.

La quasi totalità degli elfi appartiene alle stirpi elfiche che colonizzarono in epoca antichissima questa vallata, fuggendo dalle conseguenze della Grande Pioggia di Fuoco: si tratta degli elfi silvani (60%) giunti qui dopo la catastrofe del 1700 PI e divenuti nel corso dei millenni la razza elfica più numerosa; e degli elfi alti (25%), ultimi discendenti di questa antica razza elfica risalente ai tempi di Blackmoor, primi coloni del Wendar. Una parte rilevante della popolazione elfica (come Gylharen stesso) è di sangue misto, risultante diunioni fra le due stirpi elfiche (15%). Mentre gli elfi silvani si trovano in maggior numero nelle regioni abitate dagli umani e risultano bene integrati con essi, gli elfi alti continuano a preferire la riservatezza e l’isolazionismo proprio della loro stirpe, abitando le foreste più fitte e solo quando è necessario interagendo con gli umani. Il numero degli elfi alti è scemato nel corso dei millenni, soprattutto a causa dell’emigrazione di molti clan sull’Altopiano Denagothiano.

Mezzelfi: Il Wendar è unico nel suo genere anche per il fatto che le unioni fra umani ed elfi avvenute in questo paese non sono risultate sterili come è accaduto altrove; di fatto, il Wendar è l’unico paese del Mondo Conosciuto dove si trovano mezzelfi in numero rilevante (75.850 ab.) – i saggi speculano che ciò sia potuto accadere grazie al volere dei Korrigan ed all’influenza della Stella Elfica su tutto il territorio. Questi individui sono quasi esclusivamente il furtto di unioni fra umani ed elfi silvani, e rappresentano la forza maggiormente favorevole all’integrazione fra umani ed elfi nel paese. Essi vivono sparsi un po’ in tutto il territorio; al contrario di molti mezzosangue, che si trovano a vivere come rinnegati nelle culture ciascuna delle quali li rappresenta per metà, i mezzelfi del Wendar sono onorati e rispettati dagli umani, e benvoluti dagli elfi silvani (gli elfi alti tendono invece a considerarli invece individui dal sangue impoverito).

Centauri: Il Wendar è una delle patrie dei centauri (7.500 ab.) del Mondo Conosciuto, con i suoi boschi e le sue vaste pianure dove gli insediamenti dei centauri prosperano o le loro mandrie nomadi errano indisturbate.

Lupin: Un gran numero di lupin dimora nel Wendar, proveniente soprattutto dalle regioni dell’ovest e dal resto del Mondo Conosciuto e del Norwold (5.180 ab.); in genere vivono come nomadi, spostandosi in piccoli gruppi attraverso le vaste pianure wendariane, e solo di rado e di passaggio si incontrano nei centri urbani.

Le specie più numerose sono i Borzoi Nova-Svogani (16,2%), gli Snoutzer Gnomici (13,7%) ed i Lagotti Dorati (11,8%); presenti, ma meno numerose, sono invece le razze dei Pastori Heldannesi (7,7%), dei Das Hund (5%), dei Bulldog Eusdriani (5%), dei Gran Beagle (3,9%), dei Mastini Reali (3,7%), degli Stirpevolpina (1,9%), dei Gran Limieri (1,9%) e dei Neo-Papillon (1,9%). Molto numerosi sono anche i Meticci (27,3%), grazie all’elevato numero di razze lupin presenti.

Bugbear: I bugbear sono gli unici goblinoidi presenti nel Wendar; sono comunque piuttosto numerosi (3.500 ab.), ed appartengono alla specie Ursus Bipedis Vulgaris. Divisi in tribù di 50-200 individui, vivono nelle regioni meridionali ed orientali di confine, dove la popolazione è più rada, ma i loro gruppi guerrieri si spingono talvolta al saccheggio delle zone civilizzate.

Fate: Con le sue ampie e primordiali foreste e le sua vasta popolazione di creature dei boschi ed elfi, il Wendar è l’ambiente ideale per le razze fatate (3.000 ab.), comprendenti varie specie quali sidhe, brownie, spiritelli, pixie, leprecauni, pooka e draghetti dei boschi. Queste creature, fra i ranghi delle quali si celano alcuni esseri di grande potere, sono strettamente legate agli elfi e desiderose come loro di difendere il loro paradiso silvestre – ma sono schive e burlone nei confronti degli umani. Vivono perlopiù nelle grandi e fitte foreste del paese, ma spesso viaggiano anche nelle zone abitate sotto false sembianze.

Gnomi: La regione del Kevareth ospita piccole comunità di gnomi (3.000 ab.), la più famosa delle quali è chiamata Cascate di Torkyn; questi gnomi discendono dai loro antichi antenati, giunti in questa regione mille e cinquecento anni fa. Alcuni discendono invece da esuli fuggiti dalle Terre Alte durante le persecuzioni contro i nani o dalle grinfie di qualche folle stregone glantriano. Sebbene una parte di questi gnomi viva nello stile dei propri antenati, alcuni di loro hanno abbracciato lo stile di vita silvestre degli elfi e sono chiamati “gnomi delle foreste”.

Fatati: L’impero aereo di questi piccoli umanoidi (2.500 ab.) mantiene una postazione nelle pendici montane meridionali del Wendar e qualche enclave nelle zone boscose più elevate; i fatati sono buoni amici sia degli elfi che delle fate e delle altre creature dei boschi, ma tendono a disinteressarsi dei problemi del mondo di sotto.

Sasquatch: Questi tranquilli umanoidi vivono nelle zone selvagge, ma non sono numerosissimi (1.500 ab.), in genere divisi in piccoli gruppi familiari di 3-5 individui; preferiscono stare lontani dagli umani e dalla civiltà, e solo raramente hanno contatti con le razze fatate e con le comunità più isolate degli elfi.

Driadi: Driadi ed amadriadi popolano le foreste ancestrali del Wendar in quantità (1.000 ab.); la maggior parte di esse non si muove mai dalle foreste, dove sta in buone relazioni con gli elfi e con le fate, ma alcune driadi più avventurose vanno talvolta in cerca di fortuna nelle terre civilizzate.

Faenare: Questi raminghi umanoidi dall’aspetto simile agli uccelli (1.000 ab.) vivono sulle pendici della Catena Wendariana che danno in territorio wendariano; sono buoni vicini delle razze fatate e degli elfi, ma preferiscono essere lasciati in pace nelle loro tane montane.

Nani: Un esiguo numero di nani (1.000 ab.) vive sparso fra i villaggi e le comunità minerarie nelle pendici della Catena Wendariana; questi nani sono discendenti dei profughi scampati alle persecuzioni che due secoli fa si scatenarono contro la loro razza nelle Terre Alte. Essi sono considerati burberi ed asociali dalla popolazione wendariana, che li apprezza solo per i loro talenti di minatori.

Fauni: Dove ci sono elfi e creature dei boschi di sesso femminile, è facile trovare anche i fauni (950 ab.), che necessitano della loro compagnia per divertirsi e riprodursi; questi esseri abitano soprattutto nei boschi, ma se ne incontrano anche ai confini di essi.

Ogre: Una delle poche minacce interne del Wendar, le bande di ogre (750 ab.), ognuna delle quali conta 5-20 individui, abitano le regioni vicine alle pendici dei monti Mengul. Alcune riescono ad insediarsi in zone poco pattugliate, da dove terrorizzano i villaggi. Appartengono tutti alla specie Homo Monstrum Bellicosus.

Troll: Questi feroci esseri (550 ab.) abitano soprattutto le pendici boscose della Catena Wendariana e le regioni spopolate; vivono in piccoli clan di 3-5 individui ciascuno, ed appartengono tutti alla specie Monstrum Carnivorus Maximus.

Licantropi: I licantropi sono alcune fra le creature più temute nel Wendar, in considerazione del fatto che il morbo che essi trasmettono risulta mortale per i semi-umani. Il loro numero relativamente ridotto (300 ab.) è costituito soprattutto da cinghiali mannari, lupi mannari ed orsi mannari; le prime due specie sono perseguitate con tenacia, mentre la terza è tollerata in ragione della sua relativa benevolenza.

Hsiao: Queste strane creature (250 ab.) sono i saggi delle foreste, amate e riverite da tutte le razze silvane e dagli elfi per i loro poteri e la loro sapienza. Abitano in piccoli clan oppure solitari le più fitte foreste del Wendar, dove talvolta vengono visitati da chi cerca consiglio quali veri e propri oracoli.

Gremlin: Questi piccoli e fastidiosi umanoidi (200 ab.) sono fortunatamente pochi e si annidano probabilmente nelle foreste più fitte; sebbene la loro filosofia del disordine risultitalvolta piacevole per alcune fate ed altri esseri burloni, più spesso le conseguenze delle loro azioni sono nefaste, e perciò non sono assolutamente visti di buon occhio dai Wendariani.

Uomini-albero: Questi antichi esseri abitano le più vecchie foreste del Wendar, signori quasi incontrastati dei boschi e veri guardiani della natura incontaminata. Sono relativamente pochi (200 ab.), ma in numero sufficiente da scoraggiare quasi ovunque ogni azione turbatrice dell’ordine naturale.

 

Fauna e razze minori

Animali: Le vaste pianure del Wendar sono percorse da mandrie di alci e cavalli, talvolta selvagge, altre volte addomesticate dagli abitanti dei villaggi e delle cittadine. Nelle foreste prosperano cinghiali, cervi ed orsi. Le zone meno popolate sono invece percorse spesso dai lupi, che in certi casi non si fanno scrupoli ad attaccare i passanti fino al limitare dei villaggi. Nelle zone più rocciose e montane abitano i puma, mentre ovunque si possono trovare diverse specie di serpenti, alcuni velenosi. Più pericolose sono invece creature come le donnole giganti ed i furetti giganti, che talvolta vengono addomesticate dalle razze dei boschi, ma in genere sono temute dagli abitanti. Frequenti nelle zone più raminghe sono anche gli scimmioni bianchi, spesso scambiati per le più aggressive scimmie delle nevi.

Bestie magiche: Le foreste ospitano diversi pericolosi orsigufi, mentre nelle zone più umide e paludose abitano gli uccelli stigei. Ammirati e riveriti, nelle foreste più frequentate dalle fate errano alcuni unicorni.

Draghi: Il lontano ed antico reame di Wendar ospita diversi esemplari delle razze draconiche: draghi di cristallo abitano le pendici dei monti Mengul, draghi verdi e di giada alcune delle foreste più fitte. Un gruppo non esiguo di draghi d’oro abita sparso per il paese, viaggiando spesso fra gli umani sotto mentite spoglie, mentre ai confini settentrionali si reputa che abbia la tana un antico drago d’ambra. In molte zone del paese, infine, nidificano le viverne.

Folletti: Oltre alle razze fatate descritte sopra, anche un piccolo numero di actaeon risiede nelle foreste del Wendar, pronto a difendere questi luoghi di bellezza naturale da ogni potenziale aggressore.

Parassiti: I centopiedi giganti sono una presenza nefasta nelle pianure, dove talvolta rovinano i raccolti; ben più pericolose sono le grosse lumache giganti, che fortunatamente si trovano solo nelle zone selvagge.

Umanoidi mostruosi: Molti gruppi di scimmie delle nevi popolano le pendici della Catena Wendariana e dei monti Mengul; sono aggressive e non esitano a scendere verso levalli quando la neve dell’inverno imbianca la regione.

 

Fonti canoniche

Dragon Magazine #189 – The Known World Grimoire: Chiarisce quali clan alfheimesi emigrano in Wendar durante il periodo di “Wrath of the Immortals”.

Dragon Magazine #199 – Ready, Aim, Fire!: Prospetta la possibilità di introdurre le armi da fuoco nel Mondo Conosciuto ed anche in Wendar.

Dragon Magazine #237 – Campaign Classics: Lupins of the Mystara Setting: Descrive i lupin e le loro varie sottorazze, alcune delle quali sono presenti anche in Wendar.

GAZ3 – The Principalities of Glantri: Descrive le relazioni fra il Wendar ed i principati.

Joshuan’s Almanac and Book of Facts: Contiene una sommaria descrizione del Wendar ed informazioni varie riguardanti la geografia, la demografia, la storia ed i PNG wendariani alla data del 1013 DI.

Karameikos – Kingdom of Adventure boxed set: Contiene una breve descrizione del Wendar ed aggiorna le relazioni fra questo reame ed il Karameikos al 1013 DI.

Poor Wizard’s Almanac and Book of Facts I: Contiene una descrizione sommaria del Wendar edei suoi PNG principali alla data del 1010 DI, compresi gli eventi di quest’anno.

Poor Wizard’s Almanac and Book of Facts II: Contiene una descrizione sommaria del Wendar e dei suoi PNG principali alla data del 1011 DI, compresi gli eventi di quest’anno.

Poor Wizard’s Almanac and Book of Facts III: Contiene una descrizione sommaria del Wendar e dei suoi PNG principali alla data del 1012 DI, compresi gli eventi di quest’anno.

TM1 – Trail Maps: The Western Countries: Contiene informazioni varie sul Wendar (tempo atmosferico, venti, caratteristiche naturali, strade, correnti marine).

TM2 – Trail Maps: The Eastern Countries: Contiene informazioni varie sul Wendar (politica, demografia, malattie, università).

Wrath of the Immortals boxed set: Descrive gli Immortali adorati anche in Wendar e gli eventi del 1004-1009 DI.

X11 – Saga of the Shadow Lord: Si tratta della fonte primaria a cui attingere le informazioni sul Wendar, compresa una sua sommaria descrizione e dettagli vari sulla storia del paese e delle sue relazioni con l’Essuria e col Denagoth. L’avventura, ambientata qualche anno prima dell’ascesa di Gylharen a sovrano del paese, include alcuni PG pregenerati ai quali, al termine dell’avventura, vengono assegnati feudi nel Wendar settentrionale.

   

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