Inferno cristiano, inferno musulmano

"Lasciate ogni speranza o voi che entrate"

o master, in Google quando questa frase voi trovate

Disperati in cerca di un'ispirazion per la campagna, girovaganti col cellular dietro lo schermo in cerca di spunti, ma chi il Dante non conosce dal liceo o la version del Topolino ha letto o lo scorso spot della Tim ha visto e così qualunque sorpresa voleste riservar da grande fonte rischia di tramutarsi in colossali flop.
Aprite invece il clone quinto alla sezion backstage e troverete un vasto spunto su cui neanche Wikipedia (inglese o italica, l'araba non so) ha messo ancor le grinfie

Il Libro della Scala di Maometto, profeta che si fece il viaggio nell'aldilà qualche secol pria de Dante, scatenan(d) di plagio seri dubbi.

Riprendo dunque a parlare in italico corrente ed ecco a voi la seconda parte (QUI Celestia, or l'Inferno!)

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai in spot a dir freddura

e dignità mia era smarrita

 

Non appena creò l'Inferno, Dio vi arse un fuoco che bruciò per settantamila anni, fino a diventare rosso, su quello rosso ne accese un altro che dopo settantamila anni divenne bianco, su cui ne accese un altro che dopo pari tempo divenne nero. Questo fuoco nero è la cosa più oscura che si possa vedere e continua a bruciare senza sprigionare fiamme.
Gli angeli infernali sono creati da questo fuoco e vivono in questo fuoco come i pesci vivono in acqua, tanto che se ne escono possono vivere all'esterno un'ora soltanto prima di morire. Sono anche muti e sordi, in modo da non poter essere impietositi dai lamenti dei dannati, e furono creati crudeli e duri di cuore in modo che, anche se un dannato si pente, continuino a colpirli con “enormi magli di ferro”.

Queste le pene riservate a tutti i dannati indiscriminatamente: i magli dei diavoli, il fuoco dell'inferno e l'essere ogni tanto portati a vedere come stanno i beati in paradiso... per soffrire il doppio confrontandoli con la loro condizione...
Ma vediamo in rassegna le pene specifiche che vengono descritte (si da ad intendere che ce ne siano molte altre a seconda del peccato commesso)


L'inferno è composto di sette terre, che, per non girovagare ovunque, stanno sopra un angelo che, per non cadere, poggia i piedi su una pietra verde, che sta sopra un bue (di nome Behamut), che non sapendo dove poggiare le zampe sta sopra un pesce grandissimo (di nome Leviazan) con testa e coda congiunte che regge il tutto, visto che sotto ci sono solo oscurità e tenebre. Attraverso il Behamut (Behemot?) scorrono tutte le acque del mondo entrando dalle narici e finendo nel suo ventre (che comunque non si riempirà mai).
Come annotazione alle terre, tutte le creature che le popolano sono composte di fuoco e ogni terra è lunga e larga mille anni di cammino.

 

Behemoth e il Leviatano... Behamut  e Leviazan?



La prima terra, separata dalle altre, si chiama Arauka (a sé stante), sotto di essa sta un vento sterile (l'arre alakim) tenuto a freno da mille freni retti da un milione di angeli. Quando Dio vuole sterminare un popolo apre a questo vento lo spiraglio di un dito per sette giorni e sette notti. Lo spalancherà nel Giorno del Giudizio.

La seconda terra si chiama Halgelada, abitata da scorpioni grandi come muli, le cui code hanno trecentosessanta vasi per ciascuno dei trecentosessanta nodi che le compongono. Il solo odore del veleno di un singolo vaso basterebbe a distruggere tutti gli esseri viventi del mondo. I dannati vengono presi e scorticati dagli scorpioni che li distruggono col veleno, per poi esser ricomposti (da Dio) e riprendere i tormenti.

Nella terza terra, Area, vivono i catas, bestie grandi come montagne, nere, orribili e fatte di terra e fuoco, dotate di veleni così forti che bruciano letteralmente. I dannati della seconda terra vengono schiacciati dai catas, per il dolore aprono la bocca e così ci finisce il veleno dentro.

La quarta terra, Alhurba, è sede degli immensi serpenti neri infernali, ciascuno dotato di diciottomila denti grandi come palme, ogni dente ha settantamila vasi di veleno: il veleno di un solo dente può ridurre in cenere una montagna! I peccatori colpiti dai serpenti si disfano e si sfacelano, tanto che vorrebbero morire mille volte al giorno piuttosto che proseguire un tale tormento.

La quinta terra, Malca, è piena di pietre simili a zolfo, di cui però la più piccola è settantamila volte la più grande delle montagne. Tali pietre vengono legate al collo dei dannati che così bruciano assieme alle pietre.

Nella sesta terra, Zahikika, ci sono i libri su cui sono scritti tutti i peccati commessi e mari di acqua calda e durissima, tanto che una montagna immersa in tali mari ne verrebbe nullificata. Qui i dannati fanno il bagno.

Nella settima terra, Hagib, vive Iblis (Satana, di cui parlerò più in dettaglio poi) incatenato all'interno di un castello, circondato da fossati di veleno a loro volta circondati da fittissime tenebre, in modo che nessuno possa avvicinarsi a lui.

 



Sette sono anche le porte infernali (ciascuna così calda che a un uomo si scioglierebbe il cervello guardandola dall'altro capo del mondo), fuori di ogni porta ci sono settantamila monti di fuoco e da ciascuna escono settantamila fiumi di fuoco. Su ogni fiume ci sono settantamila castelli, ciascuno dotato di settantamila sale contenenti settantamila dame di fuoco orribili per abbracciare i dannati fino a stritolarli e terrorizzarli fino a farli impazzire, oltre ad infliggere settantamila tipi di tormenti.
Sulle rive dei fiumi stanno settantamila alberi di fuoco, con settantamila tipi di frutti l'uno e settantamila vermi a frutto, ciascuno così velenoso da poter sterminare l'umanità. Sotto ogni albero, oltre agli scorpioni, ci sono anche settantamila draghi.


Nel giorno del giudizio Dio incatenerà per le labbra al centro dell'inferno una bestia così grande che si vedrà in tutto il mondo, capace di raggiungere ogni dannato in ogni punto dell'inferno, dotata di trentamila bocche e trentamila denti affilatissimi, dotata di tale presenza terrificante da far perdere la testa a qualcuno che stesse all'altro capo del mondo. La bestia sarà molto sollevata nel sapere che Dio non ha creato nulla di più terribile per tormentarla (ne aveva mooolta fifa).
A quel punto mentre Gesù combatterà col Dajjal (quello che noi chiameremmo anticristo) in uno scontro in cui moriranno entrambi (ma poi Gesù tornerà in vita e, secondo alcune tradizioni popolari, finalmente si potrà sposare!) gli uomini correranno su un ponte sottilissimo posto sopra l'inferno mentre catene e uncini li arpioneranno... e lì si vedrà chi cadrà giù e chi riuscirà ad arrivar dall'altra parte...

 

 



Ma è ora di abbandonare il libro della scala per parlare di Iblis, il Satana Coranico. Il suo nome pare essere una contrazione del latino Diabolus.
Per fare un confronto, nell'Antico Testamento Satana appare solo nel libro di Giobbe ed è descritto come un consigliere di Dio. Nel Nuovo appare a tentare Gesù nel deserto, in una scena che gli esperti di letteratura persiana considerano di ispirazione manichea.
Il Satana coranico si ribella a Dio quando costui crea Adamo. Islamicamente parlando gli angeli NON sono creature a metà tra Dio e l'uomo, tanto che quando Dio crea il primo uomo ordina a tutti gli angeli di inginocchiarsi davanti a lui. Iblis si rifiuta e proprio per questo atto di ribellione viene gettato agli inferi.
Giusto per curiosità alcuni mistici sufi (ma solo loro!) considerano per questo Iblis come modello del vero credente, avendo preferito la peggiore delle pene piuttosto che inginocchiarsi a una creatura di Dio (mentre ci si dovrebbe inginocchiare solo davanti al creatore)

A proposito dei sufi vale la pena citare la simpatica descrizione dello Shaitan, il diavoletto personale, che ti appare come un nero muscoloso che ti spunta dal torace! Lui ti tira uno schiaffo e, se tu gli rispondi a schiaffi, continuerà a schiaffeggiarti. Se invece cominci a pregare fuggirà terrorizzato


Agli angeli non andrà mai giù il fatto che gli uomini siano superiori, fino a formare una delegazione, convinta che se Dio lasciasse agli angeli il compito di governare la terra lo farebbero molto meglio. Dio accetta e così Harut e Marut partono in missione per dimostrar quanto santi sono: all'inizio si comportano in modo buono, saggio e giusto, ma non appena passa davanti a loro la prima bella donna subito si danno allo stupro selvaggio.
Se in una scala Agostiniana gli angeli sono una via di mezzo tra uomo e Dio, qui chiaramente è meglio che restino lontanissimi dalla tentazioni
Per punizione Dio appende per i piedi in un pozzo, da cui insegnano la magia (arcana) agli uomini.
Questa è una leggenda di origine rabbinica nota anche ad esponenti di spicco del Cristianesimo.
Si spiega così il curioso versetto di San Paolo (lettera ai Corinzi) in cui l'apostolo delle genti dice che “le donne devono andare in giro velate per non indurre in tentazione gli angeli”, cosa che suscitò la perplessità di molti religiosi nostrani, lo scherno da parte di alcuni ulama (perchè ve la prendete con noi sul burka quando voi ce l'avete addirittura nelle sacre scritture?) e domande ignoranti (dotate di risposte altrettanto ignoranti) su blog e yahoo answers anche al giorno d'oggi.
S.Agostino stesso conosce tali leggende e dirà che i maghi del Faraone (quelli che tramutano i bastoni in serpenti) hanno imparato la magia da angeli cattivi, la cui magia però si manifesta solo secondo la misura che Dio concede.

 




La fonte è nuovamente Il libro della scala di Maometto a cura di Carlo Saccone (Edizioni SE di Milano), di cui consiglio la lettura a chiunque volesse approfondire l'argomento.
 
Per maggiori informazioni sulla demonologia coranica (e quindi anche su Harut e Marut) consiglio Carlo Saccone, Iblis il satana del terzo testamento (Medusa), disponibile in formato Kindle.
 
Se il discorso iniziale vi avesse scatenato desideri di vendetta personale contro Dante Alighieri consiglio Don Miguel Assin Palacios, L'escatologia musulmana nella Divina Commedia, il libro che scatenò il putiferio.
 
Se invece vi avessi risvegliato un po' di orgoglio nazionale date un'occhiata all'articolo "Le ricerche di Asìn Palacios su Dante" in Louis Massignon, Il soffio dell'Islam (Medusa) e agli articoli di Carlo Saccone "Alla ricerca del tempio ultimo" e "La Divina Commedia e una «commedia» musulmana" contenuti in Viaggi e visioni di re, sufi e profeti.