Spunti di ambientazione: Arabia preislamica

L'Arabia preislamica è l'Arabia dei beduini e delle carovane, utile per molte ambientazioni, e non serve finire su Al Qadim per trovare viaggi e avventure in mezzo al deserto, basta dare un'occhiata all'Anauroch di Forgotten Realms. Un mondo chiuso, senza troppe prospettive di sviluppo ma comunque punto di passaggio interessante per vari personaggi a la Tatooine di Star Wars. Partendo da questi presupposti si potrebbe pensare che un supplemento a Sandstorm con un po' di informazioni in più su come gestire una campagna desertica, magari con qualche base sensata perchè storica potrebbe essere di qualche aiuto ai Dungeon Master...

In particolar modo con questo articolo darò informazioni non solo su come funzionasse la vita nel deserto dei carovanieri, ma soprattutto su come adattare tutte le classi base di Dungeons and Dragons a questo genere di sub-ambientazione, inserendo ciascuno nel ruolo a lui più consono.

Le classi di D&D nascono per il contesto dell'Europa medievale, per cui si trovano perfettamente a loro agio. Solo che quando però il DM deve applicarle ad un'altra zona nascono i problemi. Ce l'hanno anche loro il giullare di corte? Il chierico va bene per tutti i culti? Il guerriero dove lo infilo? Col rischio che tutto il mondo diventi un'Europa medievale in cui cambiano solo le razze e le condizioni ambientali.

Vediamo quindi come si incastrano in questo specifico contesto...

 

 

Una mappa dell'Arabia preislamica

 

L'arabia si divide in tre parti. L'Hijaz, Najd e Yemen.

Il Najd è la parte di Arabia che nella cartina è bianca: il deserto più completo.

L'Hijaz (in verde) è la zona delle oasi, punto di passaggio più completo dove sorsero le città di Mecca e Medina.

Lo Yemen è la zona più a sud sulla costa, dove il clima è migliore e ci sono coltivazioni stabili.

Che ci facessero gli arabi lì di preciso non si sa. Secondo la Bibbia il loro progenitore Ismaele si sarebbe diretto a Sud con la madre Agar dopo che Sara partorì Isacco. Abramo non poteva tenere in casa anche il figlio della schiava e così li gettò nel deserto, anche se un angelo li protesse per portarli dove avrebbe fondato un suo popolo. Nel Corano Abramo è più misericordioso e li accompagna di persona a fondare la Mecca. Da questo motivo gli arabi vennero poi chiamati dai cristiani "ismaeliti", "agareni" e "saraceni" (scacciati da Sara).

Ciò che si sa è che venivano da Nord e che riuscirono ad addomesticare i cammelli. La similitudine delle radici delle parole ebraiche con quelle arabe (al circa 90% dei casi) testimonierebbe il fatto che la parentela tra i due popoli non sia solo leggendaria.

 

 

Chi sono i beduini? Sono come pesci rossi in un acquario. Tribù di pastori da circa 100 persone che si muovono "in tondo" col bestiame seguendo le piogge nel deserto del Najd: solo così puoi sperare di avere pascoli e quindi di sfamare le tue greggi in mezzo al deserto.

In una tribù (beduina ma anche solo carovaniera) si conoscono tutti, è una famiglia allargata, quindi essere orfano non era un gran problema, venivi semplicemente tirato su da un'altra donna che poteva essere tua zia o cugina di qualche lontano grado.

Si capirà che in un contesto come questo è impossibile continuare ad accoppiarsi all'infinito all'interno dello stesso gruppo senza causare problemi genetici ai propri figli e senza creare incesti troppo ravvicinati. Quindi le tribù passano buona parte del tempo a depredarsi l'un l'altra, specialmente a rubarsi le donne. I pastori beduini all'occorrenza sanno mollare il bastone e rivelarsi per gli esperti guerrieri che sono. Le attività di furto reciproco possono causare faide che possono andare avanti per generazioni e generazioni.

Ma il guerriero non è l'unica classe di gioco che si ritrova facilmente in questo contesto. L'altra è, sorprendentemente, il bardo. I poeti beduini, pastori per la maggior parte del tempo, cantano le gesta dei migliori predoni di donne altrui e i piaceri vino. Gli arabi avevano idee ben precise di come uno divenisse un poeta: egli viene posseduto dai jinn (i geni che trovate nel Manuale dei Mostri, e pare che il loro nome sia arrivato all'arabo dal latino genius), che causano le più intense passioni amorose, spesso irrealizzabili. E quando un posseduto non riesce a portare a compimento il suo amore a causa di faide e quant'altro finisce per poetare e cantare (sempre oralmente) il suo amore... Per il 10% della sua vita e senza alcuna speranza di sopravviverci... Il resto del tempo fa il pastore...

I beduini sono considerati gli arabi più "puri", tanto che pare che anche le donne delle città dessero i loro figli ai beduini per un po' di tempo perchè li svezzassero e li facessero crescer meglio.

I poeti invece, come elogiatori di gesta poco virtuose, tanto puri non sono considerati e gli esegeti rifiuteranno fermamente l'idea per cui la lingua del Corano sarebbe in realtà quella poetica. Quella beduina sì, quella poetica no!

 

Gli Aiel de "La Ruota del tempo", serie fantasy che seppe ben sfruttar le beduinaggini

 

Il fulcro della vita nell'Arabia preislamica (Yemen escluso) sono le due città di Mecca e Yatrib, costruite su due oasi per approfittare dei commerci tra la Siria bizantina e i regni ebraici dello Yemen, specialmente commerci di spezie. Il Mar Rosso era più pericoloso del deserto e così i venditori si accodavano alle carovane preferendo di gran lunga i viaggi via terra.

Yatrib successivamente sarà rinominata Medina al-Nabi (città del profeta) o più semplicemente Medina (città).

Queste due "metropoli del deserto" avevano circa diecimila abitanti l'una, grandissime per chi le vedeva spuntare in mezzo al nulla ma poco più che "paesotti" dal nostro punto di vista.

Fatevi conto che, Yemen escluso, essendo le tribù contabili in ordine di decine (e non di centinaia) l'Arabia preislamica (territorio grande circa come novanta italie) aveva probabilmente sì e no  un quarantamila abitanti a spararla grossa...

Nelle città dove si incontrano le tribù portatrici di faide generazionali l'un l'altro importantissima è la figura dell'arbitro, che con la sue capacità diplomatiche si trova a dover mediare e a sistemare le cose prima che si scannino.

I governi erano in mano ad un'aristocrazia commerciale. La società era divisa in tribù di carovanieri (altre famiglie allargate) che gestivano i commerci anche a distanza mandando su e giù carovane di contribuli e "dipendenti". Maometto vinse la guerra tra Medina e la Mecca imparentandosi con tutte le tribù principali e quindi vincendo sul piano delle alleanze familiari...

Una curiosità: l'Arabia preislamica conosce il vino ma non le droghe (ben presenti nel vicino impero persiano sasanide).

Un'aggiunta: non sono abituati agli assedi. Normalmente le battaglie sono solo scaramucce nel deserto. Maometto vincerà la "battaglia del fossato" grazie a uno schiavo straniero che gli consiglierà di costuire un fossato attorno a Yatrib/Medina. Quando le forze meccane arrivano ad attaccarlo non sanno più che pesci pigliare, stare in mezzo al deserto fuori dalla città è poco comodo e quindi se ne dovranno andare senza aver fatto neanche un ferito.

 

Sia per quanto riguarda i beduini sia per quanto riguarda la città vige una poligamia molto forte: solo il quantitativo di soldi a tua disposizione può limitare il numero delle tue mogli, se sei abbastanza ricco puoi averne quante vuoi, mentre l'Islam le limiterà a quattro. Prima dell'Islam ci sono anche molteplici casi di poliandria (donne con più mariti) che invece spariranno dopo la venuta del profeta.

Società maschilista sì (tanto che il Corano stempera la cosa mettendo forti freni alle pene per le adultere, se non cercando di annullarle del tutto) ma in cui si riscontrano anche le figure che sono oggi di ispirazione per il femminismo musulmano, come Khadija, prima moglie di Maometto, nota anche col soprannome di "madre dei credenti". Commerciante ben avviata e capa della sua carovana fu lei a scegliere Maometto prima come lavoratore e poi come sposo.

 

La battaglia del fossato

 

Fuori dalla città, nelle caverne, con come simbolo distintivo il mantello, vivono gli stregoni (kahin) esperti in riti divinatori: gli si chiedeva principalmente se il figlio sarebbe stato maschio o femmina o dove fosse scappato un cammello. Tali stregoni rispondevano in vaticini con una lingua molto ritmata...

Quindi se una forma di stregoni si trova ben chiara nei racconti molto peggio vedrei la figura del mago: la cultura dell'Arabia preislamica è quasi totalmente orale, il Corano stesso sarà trascritto solo quando coloro che se lo ricordavano a memoria cominceranno a morire in troppi.

Quasi completamente orale anche solo per motivi estremamente pratici: l'unica cosa su cui scrivere erano le foglie di palma, estremamente scomode...

Questo rifiuto della cultura scritta che a noi può sembrare alquanto strampalato è in realtà molto comune a varie tradizioni antiche, in cui lo scrivere viene visto con estremo sospetto, e in cui i migliori ricordano tutto a mente.

Si noti bene comunque che questi stregoni non hanno nessun aspetto religioso, indi come arcanisti vanno benissimo. Ma gli incantesimi divini?

 

L'Arabia preislamica è un politeismo variegato. Al centro di tutto c'è un dio maggiore, noto come "il dio" (al-ilah) o Iddio (Allah) con tre dee principali come figlie. Illah (o al-Lat), Uzzah e Manat. L'ultima tanto per dirne una è una dea della fortuna, e il loro culto sarà l'opposizione religiosamente più forte che Maometto troverà nel suo processo di monoteizzazione.

Fin troppo famoso è il tempio della Ka'ba, la pietra nera, che successivamente Maometto riadatterà alla nuova religione (pur togliendo tutti gli idoli presenti nel tempio eccetto una Madonna col bambino). Ogni anno tutte le tribù di beduini e carovanieri si radunavano alla Mecca per il pellegrinaggio annuale, occasione fondamentale di riunione tra tribù e di commercio vantaggioso per i meccani.

E fin qui va bene, la cosa strana in tutto ciò (almeno per noi, e soprattutto per noi DM) è la mancanza di figure di riferimento religioso.

Non esiste un clero al tempio della Ka'ba, al massimo se ci sono problemi sono gli aristocratici mercanti a gestire i problemi. La figura del chierico è totalmente sconosciuta, e anche il druido personalmente in mezzo al deserto lo vedrei malissimo. Chi al massimo si occupa un pochino delle questioni religiose, ma proprio an passant può essere il vecchio della tribù, ma privo di qualsivoglia rito specifico, indi non lo vedrei neanche come druido, massimo massimo uno sciamano degli spiriti o un adepto ma la vedo molto dura... Non esiste la figura specifica con ruolo religioso all'interno delle tribù, e neanche all'interno delle città...

Qui potrebbe nascere in noi la "tentazione Maometto": combatte armi in pugno e dopo tutto si riferisce alla stessa tradizione di miracoli giudaico-cristiana da cui sono scopiazzati tutti gli incantesimi divini di Dungeons & Dragons. Possiamo usare i profeti monoteisti come chierici? (perchè Maometto non era il solo, come, N.B., perlomeno ad annunciarsi come messia non era il solo neanche Gesù Cristo). Possiamo? Secondo me no.

Perchè una caratteristica fondamentale della predicazione di Maometto è l'assoluta unicità di Dio. Nel Corano dev'essere più che chiaro che lui non ha mai fatto nessun miracolo e che era solo un uomo come tanti, con al massimo un bel po' di gradi in diplomazia. Se invece si guardano le tradizioni costruite attorno... allora ha fatto di tutto e di più.

 

L'Allah preislamico e le sue tre figlie

 

Come risolvere il problema delle classi mancanti?
Fortunatamente ce le possono fornire i popoli che con loro avevano contatti abbastanza stretti.

Alcune tribù presenti erano di religione ebraica e gli ebrei hanno già i loro rabbini con cui i chierici andrebbero già più in sintonia.

Poi ci sono i rapporti con i cristiani siriaci. Durante i suoi viaggi con lo zio carovaniere pare che Maometto abbia passato qualche mese presso un monastero (ce n'erano alcuni sulle vie dei commerci) e quindi anche i monaci sono sistemati.

Poi ci sono i rapporti con l'Etiopia cristiana e le altre zone dell'Africa. Alcuni territori africani avevano anche tentato un attacco attraverso il Mar Rosso e per l'Hijaz potevano passare gli schiavi provenienti dall'Africa indi in questo modo potremmo risolverci i druidi.

Esiste anche una piccola presenza di Persiani (l'impero sasanide era verso il tramonto), talvolta anche schiavi presi in piccole scaramucce al confine, con cui il mago ci starebbe molto bene.

Tutti questi sono ovviamente spunti, poi potete sostituire etiope, ebreo e persiano con elfo, nano, gnomo, halfling e la cosa funziona alla perfezione ;)

 

Indi ricapitolando per classi base e classi da PNG:

aristocratico/esperto è il commerciante meccano

barbaro non saprei ma possibilità ce ne sono

bardo/popolano è il beduino come poeta posseduto dai jinn come passione amorosa

chierico può essere il rabbino delle tribù ebraiche o (al limite) i profeti monoteisti

druido se passa di lì qualche schiavo

guerriero/popolano è il normale beduino

ladro è il predone del deserto o magari qualcuno in città

mago può essere lo schiavo o il visitatore persiano

monaco è il monaco cristiano della Siria meridionale

paladino proprio no

ranger potrebbe essere qualche beduino esperto ma non mi ispira molto

stregoni sono i kahin ammantati esperti in riti divinatori

 

Per ulteriori informazioni ci sarebbero gli studi di Montgomery Watts (Mohammed at Mecca and Medina) e gli articoli di Sergio Noja. Sfortunatamente non ho avuto modo di leggere nessuno dei due indi non so se consigliarveli o meno.

Io mi sono basato sul primo capitolo de "I percorsi dell'Islam" di Carlo Saccone (pp.21-42).