Il 5°Clone



Rakshasa


 

RAKSHASA



Il Rakshasa, uno dei più malvagi e sudboli mostri presenti nel Manuale dei Mostri. Paradossalmente anche uno dei più strani, ebbene anche lui non è frutto della fervida immaginazione degli sviluppatori della Wizards, ma deriva da un mitologia antichissima, quella orientale-induista.


Secondo la mitologia induista i Rakshasa sono demoni e spiriti prettamente malvagi, derivati da una successiva reincarnazione di esseri umani particolarmente crudeli, ai quali si imputa anche il cibarsi del cervello di altri uomini. Erano soliti rovinare cerimonie sacre, dissacrare tombe, molestare sacerdoti, possedere esseri umani; le loro unghie erano velenose, si nutrono di carne umana e di tutto ciò che è marcio. Secondo il Ramayana, uno dei più importanti testi sacri della religione-filosofia induista, essi furono creati dai piedi di Brahma, il Principio Supremo del Cosmo, ma alcune tradizioni popolari fanno risalire la creazione dei rakshasa ad altre figure mitologiche e religiose. I rakshasa della mitologia hanno la capacità di cambiare forma, come quelli di D&D, e di fare magie. Le forme più frequenti sono quelle di uomini, donne, lupi, cani e grandi uccelli. Sempre secondo la mitologia induista, il re dei rakshasa era Ravana, un grande demone con dieci teste e dalle venti braccia.





Altra forma dei rakshasa indiani è quella da vampiro: essi si nutrivano quindi del sangue delle loro vittime e si presentavano come degli ibridi uomo-animale, la cui parte animale era spesso una tigre, fisionomia che coincide con la rappresentazione data dal Manuale dei Mostri di D&D. E come i principali vampiri, questi rakshasa morivano se esposti al fuoco, alla luce solare o potevano essere sottoposti ad esorcismo.


Sempre nell'ambito vampirico si possono trovare, in Giappone questa volta, delle figure vampiriche simili agli stessi rakshasa: questi sono i kitsune, che derivano dalla tradizione coreana e cinese, filtrata poi nel folklore nipponico. Sembra comunque che il kitsune derivi direttamente dall'India. Kitsune significa "volpe" in giapponese, e difatti il kitsune è inteso anche come un demone-volpe. Essi sono vampiri misteriosi, affascinanti ed ingannatori, ed eccellono, così come i rakshasa, nell'arte della metamorfosi. I legami spirituali dei kitsune ed il loro agire da ingannatori, li rendono appunto simili ai rakshasa, ma a differenza di quest'ultimi, i kitsune erano soliti cibarsi dello spirito delle loro vittime.





I rakshasa incarnano quindi nella tradizione induista le forze del Male, come elemento prepotente dell'esistenza; essendo demoni i rakshasa incarnano l'agire rivolto alla distruzione delle certezze esistenziali e della vita stessa. Il termine rakshasa deriverebbe dal neutro, simboleggiante l'impersonalità del Male stesso, raksasa, collegato al termine rasah, che significa: "il torto causato in particolare a quelli che sono nell'aldilà". Questo potrebbe collegarsi alla natura soprannaturale e malvagia dei rakshasa, intesi come ordine di demoni devoti alla distruzione ed appunto al Male. Tuttavia i rakshasa della mitologia induista mancano di uno dei particolari più caratteristici del corrispettivo mostro di D&D. Stiamo parlando infatti del particolare delle mani invertite, che rendono il mostro "Rakshasa" così diverso da tutti gli altri. Questo particolare, come si è detto, non è presente nella figura mitologica del rakshasa, e va dunque ricercata in altri ambiti. Ed è nell'ambito artistico che viene trovato un collegamento; vi è infatti nel quadro "Allegoria del Trionfo di Venere" di Agnolo di Cosimo, meglio conosciuto come Agnolo Bronzino.





In tale quadro è infatti raffigurata, oltre a Venere che bacia suo figlio Cupido ed ad altre figure, una donna-mezza rettile che ha appunto le mani invertite, alla stessa maniera del rakshasa: quella donna rappresenta la Falsità, la Menzogna, che, guarda caso, è uno dei subdoli metodi usati dal rakshasa per ottenere ciò che vuole. Non vi è dunque dubbio che il particolare così caratterizzante delle mani invertite provenga da questo quadro.


Si potrebbe infine considerare il fatto che la mano sinistra è notoriamente e storicamente considerata la mano del diavolo, come nella tradizione ebraico-cristiana, o impura, come nella tradizione islamica; difatti il termine "mancino" deriva dal latino "mancus" che significa manchevole, impedito, a significare l'inferiorità attribuita a tale lato. L'aggettivo "sinistro" è inoltre rimasto nell'usuale modo di parlare come significante qualcosa di subdolamente malvagio. Si potrebbe, dicevamo, fare un'ultima considerazione, presupponendo il legame della mano sinistra con ciò che è malvagio ed offensivo; difatti se un rakshasa con le mani invertite ti tendesse la mano destra, tu saresti obbligato a stringerla con la tua sinistra, o nell'altro caso sarebbe proprio il rakshasa a porre la sua mano sinistra: in entrambi i casi, la mano sinistra entrebbe in atto, portando con sè i suoi significati offensivi e malvagi, nonchè, superstiziosamente parlando, porta sfortuna.


Ma queste sono difatto solo ipotesi e speculazioni, infatti come si è mostrato sopra, il particolare delle mani invertite deriva esclusivamente dal quadro del Bronzino, e dalla figura della Menzogna, così attinente con la figura ingannatoria ed ambigua del rakshasa da non lasciare dubbi su tale collegamento.




Bibliografia
http://it.wikipedia.org/wiki/Rakshasa
http://en.wikipedia.org/wiki/Rakshasa
http://www.vampiri.net/tipo_r.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Kitsune
"Il diavolo" di Alfonso M. Di Nola, Newton&Compton Editori, Capitolo "Le forze demoniache in India"
http://it.wikipedia.org/wiki/Allegoria_del_trionfo_di_Venere
http://www.lswn.it/neuroscienze/articoli/la_mano_del_diavolo


Partecipanti alla discussione: Blackstorm, Dees, Kalvalastir, Killian, Lyonard_Kraven, Misericordia, Redrum, Utumno.

  

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