Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il mare dei mostri

  Regia: Mike Newell
  Cast: Logan Lerman, Brandon T. Jackson, Alexandra Daddario, Douglas Smith, Leven Rambin, Jake Abel
  Genere: Fantasy, Mitologico, Avventura
  Tratto da un libro di: Rick Riordan
  Produzione: Fox 2000 Pictures, Second Line Stages, TCF Vancouver Productions, Trireme Productions
  Data di uscita italiana: 12 settembre 2013
  Durata: 1,46 ore
  Nazione: USA

 

A tre anni di distanza dal suo predecessore, Percy Jackson e la sua allegra compagnia tornano al cinema. C'è di nuovo bisogno di un semidio babbione che si cimenti in una grande impresa. Riuscirà a superare gli assai modesti risultati del suo predecessore? Ci sarà qualcosa di più rispetto a ciò che si vede nel trailer che sembra in sé contenere tutto il film? Temo di no.

 

 

Dopo aver scoperto nel film precedente che suo padre è Poseidone e aver salvato l'Olimpo da un compagno di classe, stavolta Percy Jackson dovrà salvare le difese della sua scuola. Non vorremo mica che qualunque mostro di passaggio di si mangi i giovani mezzosangue, eh?

Difatti la semidea Thalia da bambina, si sacrificò per i suoi amici e, in onore del suo coraggio era stata trasformata morente in un albero da suo padre Zeus, divenendo capace di proteggere una certa area in cui i suoi compagni avrebbero potuto viver tranquilli. Queste le origini della scuola.

Ora l'albero è malato, la barriera in pericolo, c'è un solo modo di salvarla, solo che questo modo potrebbe mettere in pericolo il mondo intero...

A complicare il tutto una profezia riguardante la salvezza o la fine del mondo a causa di un essere molto antico e vendicativo.

 

Piccolo bug sul prologo: all'inizio la scena di Thalia sembra ambientata all'alba dei tempi, successivamente si scopre che gli altri bambini sono ora teenager. O la scuola è veramente recente oppure questi semidei son assai più vecchi di quanto sembrino.

 

Così proteggerà i suoi amici per sempre...

 

Torna Percy Jackson con la sua mitologia greca tutta americanizzata e tutta spostata in America, coi mostri marini del viaggio di Ulisse che sono stati spostati nel triangolo delle Bermuda (incluso un Cariddi pinocchiesco), Ermes che gestisce una compagnia postale americana, l'Olimpo nell'Empire State Building, eccetera.

Mitologia, come sempre, di cui i protagonisti non sanno nulla (visto che i mostri tornano tali e quali con le stesse identiche debolezze e vengono sconfitti allo stesso modo) e di cui non sa nulla neanche chi scrive non rispettando del mito né le storie né lo spirito, e per rimarcarlo senza spoiler basta riferirsi ad alcune stranezze presenti già dal primo film (Annabeth figlia di Atena, una delle due dee vergini per eccellenza...)

 

Alla regia di nuovo Mike Newell, in precedenza direttore dei primi due film di Harry Potter (i meno riusciti della serie). Il taglio pseudo-harrypotteriano, anche se tutto spostato oltreoceano (qui siamo in un campus di ragazzi atletici e non in un college di studiosi maghi in uniforme), si sente sia nella gestione della storia sia nella gestione delle gag, anche se entrambe qui sono più infantili e molto meno riuscite.

 

Ma come ha fatto ad andar nell'Atlantico dallo stretto di Messina? O Ulisse andava davvero così lontano?

 

Il protagonista aveva concluso il film precedente ottenendo giganteschi poteri nel controllare le acque, che però qui non manifesta quasi mai, eccettuata una sola scena in cui stravolge il mare intero. Anche se il non portarsi dietro una borraccia per ogni evenienza è quasi comprensibile, il fatto che non vi ricorra affatto e debba lasciare qualcun altro a sistemare tutto quando di mare ce n'è in abbondanza resta in mistero.

Per il resto, Percy è in questo film scisso tra profezie riguardanti il suo strano destino, un padre ritrovato che però non gli risponde mai e il patemico chiedersi se lui sia davvero un eroe (hanno fatto tutto gli altri... io mi sento una persona normale...). Le prime due rimarranno aperte, alla terza verrà data la più banale delle risposte, che sarà però sufficiente per procedere.

 

I due membri precedenti del gruppo sembrano quasi eclissati da questo film. Grover sparisce per una buona metà del film (per la gioia di tutti gli spettatori al di sopra dei tre anni), mentre Annabeth, pur presente, non influisce molto sull'andamento della storia, eccezion fatta per un solo dialogo verso la fine (fondamentale, per quanto banale) e un paio di idee per smuover un po' il succedersi gli eventi. È anche brava a consultare l'Ipad nel trovare rimedi magici: resta l'Hermione della situazione ma i modi in cui scopre le cose sono molto più deludenti (una volta ci si imparava a memoria una biblioteca...) e l'utilità dei sistemi da lei trovati risolve solo situazioni abbastanza minori se non ininfluenti (copre solo un difetto di un compagno, al resto dei gadget in questo film ci pensa qualcun altro).

 

Le new entry sono Clarisse e Tyson. Lei è figlia di Ares, campionessa del campus, prima in tutto ed eroina omaggiata da tutti. Saltata fuori dal nulla prende il ruolo che aveva Annabeth all'inizio del film precedente e sviluppa un rapporto di rivalità con Percy che però si vede abbastanza poco e si sarebbe potuto sviluppare meglio.

Più interessante invece il personaggio di Tyson, ciclope fratellastro del protagonista, che, pur non riuscendo particolarmente originale (tontolismo abbondante, un po' di razzismo risolvibile e due-tre battute facili sull'occhio solo), riesce a ritagliarsi un suo ruolo e a guadagnarsi le simpatie del pubblico.

 

Alla vostra destra il ciclope un po' cammuffato e la figlia del dio della guerra

 

In sunto il film si muove sulla scia dei telefilm americani e, per tematiche, gestione della scena ed effetti speciali mostrati, avrebbe potuto benissimo essere reso come serie televisiva o film tv da primo pomeriggio di Italia 1. Tolto il grande schermo l'effetto è quello.

Tralasciando tutte le baggianaggini mostrate s'ha da vedere solo se si ha il cervello decisamente già spento e si vuole passare in tranquillità un'oretta e mezza.

Il 3D è decisamente inutile se non dannoso per le tasche dello spettatore.

 

Pessima idea riesumare l'antagonista del film precedente e gettare alle ortiche quello che (per potenza presunta ma non mostrata) potrebbe essere il nemico finale della serie. In previsione dei sequel, visto che entrambi sembrano destinati a tornare in scena, fargli fare figure così pessime non mi sembra una buona idea...