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[Ambientazione] Demografia di Mystara - Parte I - Mondo Conosciuto: Territori Heldannici

 


TERRITORI HELDANNICI

Fonti canoniche: CoM, DM#156, DM#161, DM#162, DM#175, DM#176, DM#178, DM#184, DM#199, DM#237, DotE, GAZ12, HWR3, JA, KKoA, PWAI, PWAII, PWAIII, RC, SC, TM1, TM2, WotI, X1, X11, X13.

 

Superficie: 153.845 kmq (un po’ più piccoli della somma dell’Austria e della Repubblica Ceca attuali).

Popolazione: 612.010 ab. (98,6% umani, 1,4% altri).

Densità: 4 ab./kmq.

 

Cenni storici

 

Le antiche leggende:

Territori Heldannici, il termine con cui oggi ci si riferisce a questa regione, è di introduzione relativamente recente. Questa parte del Mondo Conosciuto, che in passato si chiamava Heldann e nell’antichità Nordurland, ha avuto una vita travagliata ed ancor oggi i suoi abitanti stentano a trovare la tranquillità e la pace di cui godono parecchi popoli loro vicini.

I primi abitanti di queste terre fredde ed aspre non sono stati affatto gli umani, bensì clan di giganti e di troll antichi (della stessa specie di quelli che popolavano le montagne e le colline delle Terre del Nord anticamente – e, in numero minore, ancor oggi). Le leggende heldannesi parlano di un potente ed aggressivo regno dei giganti e dei troll, chedominava le terre subito a nord dei Territori attuali, che si scontrò a più riprese con la civiltà antaliana del Norwold; è probabile che questo antico reame sia stato fondato in epoca preistorica dai giganti stessi, oppure in epoca più recente in conseguenza dell’arrivo dei troll antichi in questa parte del mondo (2500 PI). Sta di fatto che molti storici ritengono che le leggende normanne e nordiche, che parlano delle grandi battaglie avvenute fra gli Immortali, i giganti ed i troll, e delle imprese di famosi eroi divinizzati quali Thor, Frey e Freyja, si riferiscano in realtà ad avvenimenti storici localizzabili in questa regione. Proprio le imprese dei grandi eroi dell’epica normanna potrebbero essere stati la causa prima della caduta e della dissoluzione di questo reame dei giganti e dei troll, che dovrebbe situarsi fra il 2000 ed il 1800 PI circa.

Un fatto accertato è che, secoli dopo, clan sparsi di giganti e troll antichi popolavano la regione nel momento in cui i primi umani vi entrarono; forse si tratta proprio degli eredi di questo antico regno dei giganti e dei troll. I primi umani ad attraversare la regione furono i membri delle due grandi migrazioni che attorno al 2000 PI si spinsero dal nord-ovest verso il Mondo Conosciuto. La prima fu la grande migrazione dei Neathar proveniente dal Brun centrale, la seconda quella degli Ethengariani, che si sarebbero stabiliti nelle steppe meridionali. Sebbene sia possibile che l’unao l’altra di queste migrazioni abbiano lasciato alcuni clan umani nella regione, nessuna traccia ne è stata trovata finora – segno di un loro eventuale assorbimento da parte dei successivi abitanti.

La storia documentabile della regione inizia tuttavia realmente con l’arrivo degli Antaliani dal sud e dall’est. La cultura antaliana si trovava a partire dal 2000 PI in una fase di grande espansione: essa si era espansa nel nord dell’Isola dell’Alba e, di lì, molti clan antaliani avevano colonizzato le isole ostlandesi e le coste continentali delle Terre del Nord. Nel XVIII sec. PI, altri clan si spinsero verso nord dalle Terre del Nord, insediandosi per la prima volta in questa terra, che battezzarono Nordurland (“terra settentrionale”). Il fatto che la migrazione antaliana giungesse qui dal sud-est, invece che dal Norwold, come sarebbe stato più logico e naturale, è un fatto che sostanzia ulteriormente l’ipotesi che il reame dei giganti e dei troll di cui sopra sia realmente esistito, e che di fatto abbia bloccato l’espansione via terra degli Antaliani dal basso Norwold verso sud.

L’arrivo in massa dei battaglieri Antaliani costrinse i clan di giganti e troll sulla difensiva; molti di essi, messi a malpartito dagli umani, trovarono rifugio nei monti Mengul o nella lunga cresta dei Südenbergen, dove molti sopravvivono ancor oggi. Nella loro nuova e selvaggia terra, gli Antaliani costruirono villaggi, si diedero all’agricoltura ed alla pesca, ma i loro insediamenti rimasero perlopiù ancorati alle coste e alle valli.

 

L’età oscura:

Gli insediamenti antaliani in Nordurland non erano destinati a prosperare. Meno di un secolo dopo l’ingresso degli Antaliani in questa nuova terra, la Grande Orda di re Loark giungeva nel Norwold dall’ovest, distruggendo, saccheggiando ed uccidendo (1722 PI); per dieci anni i suoi guerrieri umanoidi imperversarono nel nord, causando il declino ed infine la scomparsa della civiltà antaliana in quella regione. La catastrofe incombeva anche sugli Antaliani del meridione: nel 1712 PI la Grande Orda si trovava alle porte del Nordurland; i clan di troll antichi e giganti stanziati ai margini di questa terra, dove gli umani li avevano cacciati decenni prima, colsero l’occasione per uscire dalle proprie tane ed attaccare in massa i villaggi antaliani. Contro simili forze, gli Antaliani non potevano resistere e, nonostante i loro eroici sforzi, soccombettero agli invasori.

Per fortuna re Loark aveva altri piani che non il dominio del Nordurland; incontratosi con un altro grande capo umanoide, Akkila Khan, aveva ascoltato con interesse i suoi racconti circa il popolo di cavalieri nomadi che viveva nelle steppe meridionali. La Grande Orda, perciò, ripartì relativamente presto dal Nordurland (1711 PI), lasciando tuttavia la regione in balia di bande di orchi, goblin, bugbear, troll antichi e moderni e giganti, che combattevano fra di sé e contro i superstiti Antaliani per il dominio del territorio.

Il Nordurland, tuttavia, non poteva offrire risorse a tutti quanti. I troll furono i primi a spostarsi verso sud: numerosi clan di troll moderni ed antichi si riversarono nelle Terre del Nord, stabilendosi nel Trollheim (1710 PI); gran parte dei goblin, degli orchi e dei bugbear avrebbe seguito di lì ad un decennio il loro esempio, emigrando nelle steppe meridionali; gran parte dei giganti, infine, avrebbe abbandonato i propri rifugi nel Nordurland un secolo più tardi (1600 PI), popolando i monti Makkres e le loro aspre pendici.

Questi fatti, ben lungi dal liberare dell’infausta presenza dei troll e dei giganti gli Antaliani che vivevano in questa regione, permise loro se non altro di sopravvivere come popolo, e di identificarsi sempre più come ‘Norduresi’. Essi tuttavia piombarono in un periodo di grave decadenza, durante il quale perdettero praticamente l’eredità culturale della civiltà antaliana, e regredirono ad uno stato di barbarie; solo le leggende epiche degli eroi del passato li univano.

Verso il 1000 PI l’intera regione delle Terre del Nord cadde sotto l’influenza dell’Impero Nithiano; sebbene i Nithiani stabilissero un vero e proprio dominio solo sulle coste degli attuali Vestland e Soderfjord, i loro schiavisti non conobbero limiti d’azione, razziando anche i villaggi costieri del Nordurland e portando via intere famiglie da rivendere sui loro mercati. Le coste divennero posti pericolosi in cui abitare e i Norduresi, stretti fra umanoidi, giganti e troll da una parte e Nithiani dall’altra, persero buona parte delle capacità marinare che avevano contraddistinto i loro antenati antaliani.

La caduta dell’Impero Nithiano, condannato dagli Immortali (500 PI), risparmiò i Norduresi dal protrarsi della minaccia nithiana. Tuttavia, mentre i Normanni dell’Ostland poterono cominciare la loro ripresa, i Norduresi, al pari dei loro cugini del Vestland e del Soderfjord, troppo indeboliti per ricominciare subito una fase di crescita e di espansione, restarono in balia dei giganti, dei troll e degli umanoidi, contro i quali continuarono a lottare per secoli.

 

La ripresa dei Norduresi:

Dalla loro, i Norduresi avevano quantomeno il fatto che, essendo rimasti estranei al dominio nithiano vero e proprio – e non avendo quindi subito il drenaggio demografico che avrebbe lasciato in uno stato di barbarie i Normanni delle Terre del Nord continentale ancora per molto a lungo –, la loro ripresa riuscì relativamente più rapida.

Nei secoli seguenti, l’umanità in Nordurland ricominciò a passare al contrattacco contro gli umanoidi, i giganti ed i troll ostili. Nel giro di due secoli (500-300 PI), ebbe luogo il recupero demografico dei Norduresi, che portò di fronte a queste feroci creature bande di guerrieri giovani e desiderosi di recuperare le proprie terre ancestrali. Furono secoli di battaglie eroiche – sebbene su piccola scala per lo storico che guarda ai grandi eventi – che contribuirono non solo a ristabilire il dominio dell’uomo sulla gran parte del Nordurland, ma anche ad arricchire il patrimonio culturale della popolazione di nuovi racconti e leggende.

Un evento importante di questo periodo, che ebbe ripercussioni sul futuro, fu l’emigrazione verso nord degli gnoll. La fine di Nithia aveva dato la libertà ad un gran numero di queste feroci creature, che, riunite in bande di razziatori, diedero l’assalto alle regioni vicine. Un buon numero di questi gruppi mise sotto pressione le tribù di gnoll che giàabitavano lo Gnollheim (in Soderfjord), causando una reazione a catena che costrinse molte tribù ad emigrare verso nord. Attraversando il Vestland, esse giunsero in Nordurland, dove iniziarono a combattere tanto contro gli umani quanto contro i troll ed i giganti. Molti si stanziarono nelle colline dei Südenbergen, altri oltrepassarono i monti Mengul giungendo nel Denagoth.

Nuovamente padroni della propria terra, i Norduresi prosperarono con maggiore facilità e tranquillità; la loro civiltà precisò i suoi tratti caratteristici in quest’epoca di ripresa, connotandosi per la divisione in svariate comunità ed insediamenti, ognuno governato da un clan, per l’amore della buona terra da coltivare ed i racconti epici. In questo periodo essi fecero proprio anche l’uso del ferro. I clan estesero la propria influenza, colonizzando nuove terre norduresi prima incolte, e cominciarono anche a rivaleggiare fra di sé per il potere. Così, mentre altrove nasceva il potente Impero Thyatiano, i Norduresi consolidavano il dominio delle proprie terre.

 

Verso l’età moderna:

Nuovi, potenti vicini si affacciarono per la prima volta nel Mare dell’Alba Occidentale a partire dal III sec. PI; si trattava dei Thyatiani, le cui possenti navi corsare e mercantili cominciarono già allora a solcare questo tratto di mare, e degli Alphatiani, intenti a dare la caccia ai pirati ostlandesi e a stabilire collegamenti con le città thyatiane successivamente conquistate. Qualche decennio dopo la flotta imperiale thyatiana sarebbe divenuta la dominatrice incontrastata di queste acque.

I Norduresi trassero profitto dal prolungato periodo di espansione di cui stavano godendo, e presto pionieri norduresi andarono in cerca di nuove terre, dirigendosi nel basso Norwold, a nord delle loro terre ancestrali; qui si insediarono nelle valli, nelle radure e sulle coste, spargendosi a partire dal 100 DI in una vasta area, limitata dalle grandi barriere dei monti Mengul e della Catena Finale. La civiltà nordurese mise così radici fino alla baia dove oggi sorge Oceansend.

Nei secoli successivi, i plurimi contatti coi popoli che si avvicendarono nella regione – i Thyatiani, gli Alphatiani, gli Ostlandesi, gli Ethengariani, i Flaem, gli Wendariani, gli Essuriani – diedero ai Norduresi un certo senso di unità nel segno delle comuni tradizioni, ma essi restarono un popolo diviso in tanti piccoli potentati e clan che si facevano guerra fra loro. Di quando in quando, l’ascesa di un carismatico capo guerriero riusciva a raccogliere sotto il comando di una singola autorità molti clan, ma alla sua scomparsa talicoalizioni duravano ben poco. In genere, questo processo era favorito nei periodi in cui i Norduresi erano costretti a subire aggressioni dall’esterno.

Difatti, nei secoli fra il 200 ed il 700 DI, i Norduresi dovettero a più riprese combattere contro gli Ethengariani (specie nei periodi in cui le tribù delle steppe si riunivano sotto un Gran Khan), le ambizioni dei sovrani essuriani e gli jarl ostlandesi (molti dei quali desideravano costituire un proprio dominio nel Nordurland – e alcuni ci riuscirono, per breve tempo) poi uniti sotto i vessilli di Cnute e dei suoi discendenti. Relazioni relativamente buone furono invece mantenute col Wendar, un reame considerato tradizionalmente amico e relativamente poco minaccioso per i Norduresi, e con le popolazioni barbare del Norwold – sebbene non mancassero scontri di quando in quando. Gli imperi di Thyatis e diAlphatia si disinteressarono al Nordurland, preferendo concentrare i loro sforzi di conquista sul Norwold; di quando in quando, comunque, schiavisti appartenenti ad entrambi gli imperi giungevano sulle spiagge norduresi, per fare bottino di merce umana.

Naturalmente, ancora in questi secoli, gli avversari principali dei Norduresi restarono i giganti, i troll e gli gnoll che infestavano alcune zone di questa regione impervia. A combattere queste creature furono diretti i maggiori sforzi dei capoclan e dei capi guerrieri che ebbero, seppur per breve tempo, la capacità di signoreggiare la moltitudine dei clan norduresi.

A partire dal 400 DI circa, grazie ai contatti con i popoli stranieri e allo sviluppo sociale, alcune comunità norduresi si ingrandirono, divenendo vere e proprie cittadine, in cui fioriva l’artigianato e dove gli indigeni praticavano scambi coi mercanti stranieri. Man mano che perdurava il dominio delle famiglie a capo dei clan, si andava inoltre creando una numerosa nobiltà di possidenti terrieri, grandi e piccoli, che consolidò il proprio potere – in ragione dei suoi mezzi economici – e divenne in assoluto il ceto dominante.

 

Heldann ‘il Grande’ e la sua eredità:

Un pericolo per molti versi inatteso avrebbe condizionato lo sviluppo dei potentati norduresi, e questo pericolo sarebbe giunto dalla parte dalla quale meno ce lo si aspettava: dai troll. La razza dei troll, sebbene ancora numerosa tanto nel Trollheim quanto nel Nordurland, era da molti secoli in piena decadenza, e non aveva saputo resistere all’avanzata dell’uomo né in quest’ultima regione né in Vestland. Il numero dei troll antichi si era andato sempre più assottigliandosi ed i troll moderni, troppo disorganizzati e selvaggi per opporre una resistenza seria.

Inaspettatamente, tuttavia, verso il 680 DI, un potente e carismatico troll antico, probabilmente un troll delle rocce, riuscì nel giro di qualche anno ad unificare o sottomettere sotto il suo dominio un grosso numero di clan troll del Trollheim; in breve tempo questo audace “re dei troll” ottenne anche l’alleanza di diversi clan di giganti della regione, dando inizio ad una serie di devastanti scorrerie contro gli insediamenti del neonato regno normanno di Vestland e contro le tribù orientali dell’Ethengar.

La fama di questo “re dei troll” fu tanta e tale che la voce dei suoi successi e della rinascita del regno dei troll di preistorica memoria indusse i clan di troll che abitavano i Südenbergen ad uscire dai loro covi per attaccare le comunità dei Norduresi. Non ci volle molto perché l’astuto “re dei troll” forgiasse un’alleanza coi capiclan troll del Nordurland, estendendo di fatto la sua autorità dal Trollheim ai Südenbergen (690 DI).

Furono anni terribili per i paesi circostanti, nei quali i troll sciamavano per le campagne devastando i villaggi e divorando la popolazione terrorizzata. In Nordurland, molte parti del paese caddero nell’anarchia, incapaci di difendersi da sole dall’attacco selvaggio dei troll e prive di aiuti dall’esterno – gli altri capiclan norduresi preferivano restare a difesa delle proprie roccaforti piuttosto che rischiare un attacco contro i troll. Sembrava che i tempi di re Loark fossero di colpo ripiombati sulla regione, che sempre più cedeva terreno ai bestiali assalitori.

Nell’estate del 699 DI i troll giunsero a minacciare le alture nei pressi di Haldisvall (attuale Freiburg), la sede di uno dei clan norduresi più potenti ed influenti, quello degli Haldis. In una drammatica riunione dei capiclan norduresi del centro-nord del paese, Heldann, capoclan degli Haldis, riuscì a convincere gli altri clan che la caduta di Haldisvall avrebbe rappresentato la fine del Nordurland; egli perciò li indusse ad unire i propri eserciti a difesa della città. Nella terribile battaglia di Brandvalk, nel pieno dell’inverno (700 DI), i Norduresi opposero una strenua resistenza all’assalto dei troll, impedendo loro di aprirsi un varco fino ad Haldisvall. Per la sua condotta durante la battaglia, Heldann ricevette il soprannome onorifico di ‘il Coraggioso’, guadagnando grande fama nella regione.

Presto, notizie della riscossa corsero per il Nordurland, dove i clan liberi si armarono per offrire i loro servigi ad Heldann, che venne proclamato capo degli eserciti norduresi dai capiclan (701 DI), convinti che solo il suo carisma e la sua autorità li avrebbe tenuti uniti abbastanza a lungo da fronteggiare con successo i troll. Nel giro di qualche anno, mentre di fronte agli insuccessi l’alleanza dei clan dei troll si sfaldava progressivamente, Heldann condusse le armate norduresi ad una serie di vittorie che ricacciarono i troll nelle caverne e li incalzarono fin nei loro covi. Quando ormai il Nordurland sembrava sicuro, Heldann si alleò con il sovrano vestlandese e con i capitribù ethengariani, ancora alle strette nella lotta contro i troll; combattuto con successo su tutti i fronti, il “re dei troll” fu costretto a ritirarsi nel Trollheim, dove concentrò il grosso dei suoi bestiali sudditi.

L’autorità di Heldann Haldis era ormai indiscussa in tutto il Nordurland. Guardando al futuro della sua terra molto più oltre di quanto non fossero capaci gli altri capiclan, sempre interessati ad aumentare il proprio potere a scapito dei loro simili, Heldann capì che, così come era successo contro i troll, ogni altro conquistatore straniero avrebbe avuto vita facile contro i Norduresi se questi fossero rimasti divisi. Riuniti perciò ad Haldisvall i capiclan, Heldann propose la costituzione di un governo comune dei Norduresi, i cui capiclan avrebbero dovuto riunirsi periodicamente in assemblea sia per prendere decisioni concernenti tutto il paese che per eleggere un comune capo militare. La proposta venneaccolta con favore ed Heldann, soprannominato ormai ‘il Grande’, venne proclamato primo signore della guerra delle Terre Libere del Nordurland (707 DI), i cui territori comprendevano le terre che stanno fra le steppe ethengariane a sud, i Mengul ad ovest e la regione di Landfall a nord.

Nonostante alcuni capoclan norduresi non avessero intenzione di portare la guerra nel Trollheim, Heldann insisté che quello era l’unico modo per porre definitivamente fine alla minaccia dei troll in questa parte del Mondo Conosciuto. Con un grosso esercito formato da Norduresi, Ethengariani e Vestlandesi, egli attaccò battaglia contro il “re dei troll” a Feuerhals (710 DI), distruggendo il suo esercito ed uccidendo personalmente il sovrano dei troll. A questa grande vittoria fece seguito nel Nordurland una campagna di sterminio diretta contro i troll, che di fatto si estinsero come razza in questa regione (essi sopravvissero in gran numero solo nel Trollheim).

In patria, alcuni capiclan tramavano alle spalle di Heldann, accusandolo di aspirare alla tirannide su tutti i clan grazie al prestigio acquisito con le sue vittorie; questi capiclan, interessati solo al proprio benestare e sfavorevoli all’idea di un capo che potesse impedire loro di perpetrare i peggiori soprusi ai danni dei loro vicini più deboli, si organizzarono per agire contro Heldann. Questi, tornato in patria coperto di gloria, venne avvelenato nel suo palazzo di Haldisvall (710 DI).

Mentre i clan autori dell’assassinio si compiacevano del loro gesto, che pubblicizzavano come la liberazione dal tiranno, i clan che erano stati fedeli ad Heldann si armarono contro di essi. La maggior parte dei clan tuttavia rimase neutrale nella lotta fra queste due fazioni – un segno che la visione di Heldann non aveva entusiasmato eccessivamente la maggior parte dei capiclan (soprattutto ora che il paese era fuori pericolo). Nel giro di due anni gli assassini vennero sconfitti e giustiziati, ma le speranze di unificazione erano andate perse con la morte di Heldann. Riuniti ad Haldisvall, i capiclan approvarono sì all’unanimità la proposta di battezzare il paese Terre Libere di Heldann e di mantenere in vita la forma di governo inaugurata dal loro defunto condottiero, ma questo fu tutto quello che riuscirono a fare di comune accordo; il nipote di Heldann – il suo erede più prossimo –, venne di fatto eletto signore della guerra, ma né lui né nessun altro capoclan sarebbero più riusciti, in futuro, a godere dell’autorità e del prestigio di cui aveva goduto Heldann.

Nei decenni seguenti, i capiclan continuarono a riunirsi ad Haldisvall per dirimere le loro divergenze e risolvere i problemi comuni – ma con sempre minor successo. I signori della guerra eletti dall’assemblea dei capiclan divennero col tempo semplici fantocci nelle mani di questo o di quel capiclan, o più spesso inutili figure rappresentative prive dell’autorità necessaria a tenere uniti i clan. Col passare degli anni, per lunghi periodi non venne eletto alcun capo. Molti clan del settentrione defezionarono progressivamente da questa labile alleanza, i cui territori si limitarono alle zone a sud dell’Altenwald.

Sebbene continuassero a chiamare la propria terra col nome di Heldann e  stessi col nome di Heldannesi, gli abitanti del Nordurland rimasero quindi divisi. Il paese ebbe la fortuna di non essere bersaglio di alcun progetto di conquista in grande stile in questi decenni, e questa è la principale spiegazione del perché le parcellizzate Terre Libere di Heldann siano rimaste tali così a lungo.

L’unico vero pericolo per la coalizione heldannese – né le saltuarie scorrerie ethengariane né gli assalti dei corsari ostlandesi possono infatti essere considerate tali – fu l’invasione scatenata dal Gran Khan ethengariano Toktai, che valicò i Südenbergen in più occasioni a partire dal 914 DI, portando morte e distruzione nell’Heldann. Privi di un signore della guerra in questo periodo, i clan heldannesi delle Terre Libere occidentali, più direttamente colpiti, si unirono contro l’invasore, riuscendo ad impedire la caduta di Hayavik in ben due occasioni, nel 914 e nel 919 DI. Poiché i loro appelli all’assemblea dei capiclan ad Haldisvall caddero nel vuoto a causa dell’inimicizia che divideva alcuni dei clan in pericolo da coloro che controllavano l’assemblea, essi non poterono evitare la caduta della cittadina e la sua totale distruzione nel 926 DI. L’unica fortuna degli Heldannesi fu che l’improvvisa morte di Toktai Khan durante l’assedio causò lo sfaldamento della grande orda ethengariana ed il suo ritorno nelle steppe – con ogni probabilità, altrimenti, l’Heldann sarebbe infatti caduto nelle mani degli Ethengariani.

 

I Cavalieri Heldannici:

Era solo questione di tempo prima che l’ennesimo conquistatore si trovasse invogliato a sottomettere gli Heldannesi dalla loro relativa disunione e debolezza. Questa volta non si trattava però di orde unite temporaneamente da un capo, ma di un’intera organizzazione dedita allo scopo che si era prefissa, e sostenuta da una potenza internazionale.

Nell’808 DI, una parte dei Soldati Saetta hattiani era stata espulsa da quell’ordine militare ed aveva fondato in Hattias l’Ordine di Vanya; questa “setta” si era allargata sempre più, facendo proseliti fra la popolazione hattiana e mettendo in grave pericolo la supremazia stessa dei Soldati Saetta in questa regione. Il proselitismo dell’Ordine di Vanya, diispirazione meno locale e più missionaria dei Soldati Saetta, li condusse dal principio del X sec. DI anche nell’Heldann, dove i loro ideali di riscossa, gloria e conquista rievocavano nelle menti di alcuni i giorni di Heldann ‘il Grande’ e non rimanevano inascoltati. Piccoli santuari e templi cominciavano a sorgere qua e là nei principali centri heldannesi, sempre aspramente combattuti dai tradizionalisti.

Al culmine dei loro contrasti con i Soldati Saetta, i membri dell’Ordine di Vanya decisero che l’Hattias non era più posto per continuare a predicare i loro ideali, e che era tempo di fondare una propria terra, libera dagli odii e dai vincoli della madrepatria, altrove; ovviamente, la terra alla quale guardarono subito fu l’Heldann, già penetrato dai loro missionari e fuori dalla diretta influenza dell’Impero Thyatiano. Essi tentarono invano di convincere il pacifico imperatore thyatiano Gabrionius V – preoccupato di non irritare l’Alphatia con gesti di espansionismo imperiale – ad effettuare la conquista delle deboli e divise terre heldannesi, ma ricevettero in compenso il permesso di procedere in proprio a tale conquista (948 DI).

I capi dell’Ordine di Vanya, organizzata una propria flotta e stilato un proprio piano di conquista, si garantirono la neutralità del Vestland ed ottennero l’appoggio di numerosi jarl ostlandesi desiderosi di procurarsi bottino e terre altrove. Corrompendo i loro (pochi) sostenitori heldannesi a rovesciare i capiclan tradizionalisti e procedendo ad azioni militari spietate contro le comunità che dichiaravano di voler resistere loro, i membri dell’Ordine di Vanya si aprirono rapidamente un varco in quel paese diviso da antiche rivalità. Il loro esercito era relativamente piccolo, ma agguerrito ed appoggiato da un forte apparato di magia divina. Le comunità costiere furono le prime a cadere in mano ai conquistatori. Dopo i primi successi dell’Ordine, una massa di volontari hattiani accorse nelle sue fila dall’Hattias – giovani che vedevano rinascere gli ideali di conquista propri del dogma di Vanya, nazionalisti hattiani che speravano nella nascita di una vera e propria nazione hattiana, figli cadetti di famiglie importanti che volevano procurarsi terre per sé; l’afflusso di questa gente diede alla vittoria finale dell’Ordine un contributo essenziale.

Cavalcando le faide che sussistevano fra i clan, l’Ordine di Vanya riuscì ad isolare il più potente clan, quello degli Haldis, e a concentrare i suoi sforzi bellici contro di esso. Grazie agli Ostlandesi, la città di Haldisvall venne bloccata via mare e cinta d’assedio dagli Hattiani. Nel 950 DI la città venne espugnata e saccheggiata, i responsabili della resistenza giustiziati sommariamente, così come l’intera famiglia degli Haldis – discendente diretta di Heldann ‘il Grande’ (con questa mossa l’Ordine sperava di cancellare eventuali rivendicazioni legittime sull’Heldann). Solo il giovanissimo Halvard Haldis riuscì ad evitare la cattura, e a fuggire scortato nel nord del paese.

Nel giro di due anni tutti gli altri clan caddero rapidamente di fronte alla metodica conquista operata dall’Ordine di Vanya; coloro che opponevano resistenza venivanogiustiziati, coloro che si sottomettevano ricevevano l’amara ricompensa della vita o, nel migliore dei casi, delle terre confiscate ai loro simili. Le inimicizie interne fra i clan heldannesi, le potenti magie del clero di Vanya e l’afflusso di mercenari normanni e coloni e guerrieri dall’Hattias furono le cause di questa subitanea conquista.

Nel 952 DI Altendorf, l’ultima grande città rimasta libera, cadde in mano agli invasori. Halvard Haldis e pochi altri partigiani si rifugiarono nell’Altenwald, ricevendo l’appoggio dei clan da sempre liberi che risiedevano nelle terre fra l’Altenwald e Landfall. Sebbene tutte le ex Terre Libere di Heldann si trovassero in mano all’Ordine di Vanya, il paese era ben lungi dall’essere pacificato; per altri otto anni (fino al 960 DI) gli invasori combatterono in zone periferiche contro i sostenitori del vecchio regime – guerre crudeli, fatte di piccoli scontri, imboscate ed efferatezze perpetrate da ambo le parti.

Nel frattempo, i conquistatori ribattezzarono ironicamente Haldisvall col nome di Freiburg (“città libera” – dagli Heldannesi, ovviamente) e l’Ordine di Vanya mutò il proprio nome in quello di “Cavalieri Heldannici”; lo scopo era quello di dare l’illusione agli Heldannesi che la conquista aveva di fatto favorito coloro che non si erano opposti agli invasori, associandoli anzi ai benefici del nuovo dominio. L’intero paese venne poi ribattezzato Territori Heldannici. Questo tipo di approccio e l’efficiente organizzazione del territorio attuata dai Cavalieri ebbe un effetto in parte positivo sugli incerti e su una parte della gioventù dei Territori; gli Hattiani restarono comunque l’etnia dominante della regione, ma anche Heldannesi meritevoli e fidati vennero ammessi nell’ordine, che consolidò inizialmente il suo dominio su tutta questa zona grazie al tacito appoggio dell’Impero Thyatiano e del suo alleato ostlandese.

 

Gli anni recenti:

Verso il 956 DI, i Cavalieri Heldannici avevano dato inizio anche alla più ambiziosa delle loro spedizioni. Dopo il ritrovamento del sepolcro di Vanya nella Davania (956 DI), le esplorazioni dei più audaci membri del loro clero li avevano condotti a fissare una serie di teste di ponte in quella regione. La più importante di esse fu la fortezza stabilita nel Golfo di Mar (la cui costruzione venne ultimata nel 962 DI). La scoperta del sepolcro di Vanya ebbe anche un’altra importante conseguenza: il ritrovamento di un potente artefatto che permise ai Cavalieri di usare il suo potere per alimentare il volo magico di un grosso numero di navi volanti (957 DI). Abbastanza in segreto, i Cavalieri costruirono squadroni di temuti “Falchi da Guerra” (958 DI), navi volanti dotati di potenti armamenti, con i quali solcarono perlopiù non visti i cieli di Mystara, scoprendo l’esistenza dell’apertura meridionale che dalla superficie di Mystara conduce al Mondo Cavo (961 DI), scoprendo la luna invisibile di Patera (963 DI) – venendo a contatto con la civiltà locale dei rakasta, Myoshima – ed atterrando sulla luna Matera (968 DI).

Nel Mondo Cavo, i Cavalieri si impadronirono di alcuni avamposti, come il piccolo continente volante di Oostdok (962 DI), abitato dagli gnomi, e l’isola Rifugio di Pietra (987 DI), col proposito di stabilirvi colonie e propri domini col passare degli anni. Questo sviluppo esplosivo della flotta volante dei Cavalieri restò perlopiù segreto (l’unico a scoprirlo fu l’esploratore alphatiano Haldemar di Haaken, verso il 965 DI – un fatto che diede inizio ad una rivalità segreta fra l’Impero Alphatiano ed i Cavalieri Heldannici nell’arena del Mondo Cavo), nonostante le loro clamorose scoperte.

La politica estera molto attiva dei Cavalieri Heldannici ed il rapido irrigidimento del loro monoteismo alienarono all’ordine i favori tanto di Thyatis quanto dell’Ostland; d’altronde, proprio perché i Cavalieri si sentivano ora più sicuri di sé non avevano più bisogno della dipendenza dai loro potenti vicini. Le relazioni fra Thyatis ed i Cavalieri siirrigidirono a tal punto durante il regno di Thincol Torion a Thyatis che le due nazioni divennero reciprocamente neutrali. Anche il reame di Wendar, che da sempre aveva mantenuto rapporti di buon vicinato con le Terre Libere di Heldann, ora si mostrò particolarmente freddo nei confronti dei Cavalieri.

Notando il relativo isolamento dei Cavalieri sul versante interno, gli oppositori heldannesi al nuovo regime non cessarono di tramare ai loro danni. In più di un’occasione scoppiarono insurrezioni di portata più o meno pericolosa per il dominio dei Cavalieri, che riuscirono sempre a sedare il moto di rivolta ed a ripristinare l’ordine – facendo seguire la repressione ad un’ondata di condanne a morte per i ribelli.

Le più pericolose di queste insurrezioni furono certamente quelle del 978-79 DI e quella del 991-94 DI, entrambe organizzate da Halvard Haldis con l’aiuto dei liberi potentati heldannesi del nord ed a partire dalle basi segrete dei partigiani heldannesi nell’Altenwald. La prima (978-79 DI) ebbe inizio come una rivolta cittadina ad Altendorf causata dalla carestia, ma degenerò in moto partigiano quando Grauenberg ed Hockstein eressero barricate contro i Cavalieri e bande di contadini heldannesi cominciarono ad attaccare i Cavalieri nelle campagne; essa ebbe termine con la vittoria dei Cavalieri, il ripristino dell’ordine e la deportazione di migliaia di responsabili.

La seconda rivolta (991-94 DI) ebbe conseguenze di più vasta portata; i Cavalieri, infatti, essendo venuti a conoscenza che Halvard Haldis preparava un attacco su Altendorf e che stava radunando un esercito nei potentati heldannesi a nord dell’Altenwald, effettuarono un rapido attacco preventivo nella regione, senza tuttavia riuscire ad impegnare l’esercito di Haldis (che si rifugiò nell’Altenwald). Gli Alphatiani, che nel 985 DI avevano cominciato a rivendicare il Norwold come proprio possesso, guardavano con crescente preoccupazione l’espansionismo heldannico, favorendo le signorie heldannesi a nord dell’Altenwald per frenare i Cavalieri. Pertanto essi protestarono veementemente per questoattacco in territori che consideravano di propria competenza e cominciarono a prestare aiuto ai partigiani di Haldis. Dopo aver occupato per breve tempo Altendorf nel 991 DI, Halvard Haldis si impadronì di Hockstein con l’aiuto alphatiano (992 DI) e tenne la posizione mentre gli Alphatiani riuscivano a causare gravi danni alla flotta heldannica stanziata a Freiburg; la situazione era abbastanza grave per i Cavalieri, tanto che Halvard concordò un’azione contro Freiburg con gli Alphatiani, un attacco che doveva avvenire via terra da parte di Halvard e via mare da parte della flotta di Helskir. Halvard fece la sua parte, dando inizio all’assedio di Freiburg, ma Eruul Zaar, governatore di Helskir, adirato per la consegna della sua città nelle mani di Ericall senza nemmeno consultarlo, fece in modo che la sua flotta non si facesse vedere di fronte alla capitale heldannica. Rifornita via mare, Freiburg resisté abbastanza a lungo perché i rinforzi dei Cavalieri spazzassero via l’esercito di Halvard Haldis, che rimase ucciso in battaglia (993 DI); nel giro di un anno i Cavalieri riportarono l’ordine in tutti i loro territori. I responsabili della ribellione furono giustiziati, altri riuscirono a trovare scampo nel Norwold alphatiano (come Geoffrey di Grunturm, uno dei più attivi sostenitori degli Haldis); molti simpatizzanti furono invece risparmiati e deportati in altre zone dei Territori Heldannici.

Molti di costoro vennero inviati a colonizzare le steppe settentrionali dell’Ethengar, nella speranza di suscitare tensioni di confine fra le tribù ethengariane ed i coloni, tensioni che potessero distogliere la mente degli Heldannesi dall’oppressione dei Cavalieri. Tuttavia la reazione degli Ethengariani, che i Cavalieri ritenevano divisi e perciò non in grado di opporsi efficacemente, fu inaspettatamente violenta: gli Uighur chiesero aiuto ai Murkit, ed i coloni heldannesi vennero massacrati ad Heldanntai (994 DI). Gli scontri proseguirono per quattro anni, con l’invio di missionari, coloni e truppe da parte dei Cavalieri Heldannici in Ethengar, finché Moglai non divenne Gran Khan delle steppe e guidò l’invasione dei Territori Heldannici, sconfiggendo i Cavalieri nuovamente ad Hayavik (998 DI); fortunatamente per i Cavalieri, Moglai non aveva intenzione di conquistare la regione e la sua ascesa al potere era ancora troppo recente – due cose che salvarono nuovamente i Territori Heldannici dalla conquista ethengariana.

Negli ultimi anni del X secolo DI, i rapporti dei Cavalieri Heldannici sono rimasti tesi con il Gran Khan Moglai di Ethengar, con i Wendariani e, soprattutto, con il regno alphatiano del Norwold. I potentati heldannesi liberi che sono situati fra l’Altenwald e le terre alphatiane di Landfall continuano ad ospitare esuli e partigiani heldannesi, che tramano continuamente per rovesciare il dominio dei Cavalieri e riportare la libertà in questa terra. Le loro speranze sono concentrate sul figlio di Halvard Haldis, Frederick, ultimo discendente della casata di Heldann ‘il Grande’, che vive ancor oggi nei pressi dell’Altenwald sotto le mentite spoglie di un contadino, sognando la liberazione del suo paese dal giogo dei Cavalieri. Dal canto suo, il sovrano del Norwold, Ericall, fa di tutto per aiutare questi potentati heldannesi del nord ed irritare i Cavalieri, spalleggiato com’è dall’Impero Alphatiano.

Wulf von Klagendorf, attuale Gran Maestro dei Cavalieri Heldannici (asceso a questa posizione nel 980 DI), ha cercato di non esasperare le già molte tensioni che circondano i Cavalieri – praticamente isolati sulla scena diplomatica –, ma di concentrarsi piuttosto sul consolidamento del dominio del suo ordine nei Territori Heldannici stessi e sull’espansione coloniale nel Mondo Cavo e comunque fuori dal Mondo Conosciuto e dalla portata di Thyatis e dell’Alphatia, teatri nei quali gli esploratori alphatiani hanno ingaggiato in più occasioni veri e propri duelli nei cieli contro i Falchi da Guerra heldannici.



Distribuzione della popolazione

L’ordine religioso dei Cavalieri Heldannici controlla col pugno di ferro questa regione. Essa è divisa un certo numero di governatorati amministrati da un importante personalitàdell’ordine, inviata direttamente da Freiburg; in questa città si trovano la sede dell’ordine e quella del Gran Maestro.

Abitate prevalentemente dagli umani, le terre heldanniche sono caratterizzate dalle loro aspre caratteristiche geografiche: alti monti ne delimitano i confini occidentali, scoscese colline ne solcano il territorio e fitti boschi occupano vaste zone del paese. La densità della popolazione è considerevolmente bassa, in ragione del fatto che parecchie zone periferiche dei Territori Heldannici sono assolutamente spopolate o addirittura disabitate: le montagne e le foreste fitte sono pressoché prive di abitanti, così come le colline boscose e le paludi (0,8-1,5 ab./kmq); poca è comunque la gente che vive nei boschi e sulle impervie colline (2-3 ab./kmq), mentre la maggior parte della popolazione abita le pianure (8 ab./kmq). Il paese non ospita che poche cittadine oltre alla maestosa capitale Freiburg, mentre il resto di esso è cosparso di numerosissimi ma piccoli villaggi di pastori, pescatori e agricoltori; la popolazione urbana è quindi assai bassa (10,1%).

·       Umani: Sebbene la maggior parte della popolazione dei Territori Heldannici sia indiscutibilmente umana (603.620 ab.), essa è talmente divisa al suo interno da rivalità storiche da potersi quasi considerare appartenente a razze del tutto diverse. I più numerosi sono senza dubbio gli Heldannesi (72%), discendenti dei pionieri antaliani che millenni fa colonizzarono per primi queste terre indomite; essi abitano ogni recesso di questa regione, in particolare le campagne, e sono distribuiti soprattutto fra gli strati sociali medio-bassi – i Cavalieri non hanno permesso che a pochi capiclan di mantenere intatte le loro ricchezze.

La seconda etnia più numerosa è costituita dagli Hattiani (15%), gente proveniente dall’Impero Thyatiano e giunta qui a metà del secolo scorso; gli Hattiani costituiscono la quasi totalità dei ranghi dell’ordine dei Cavalieri Heldannici, di ceti dirigenti, dei quadri della burocrazia e degli ufficiali dell’esercito e della marina, ed in generale dei detentori del prestigio e della ricchezza.

Per quanto le due precedenti etnie siano di gran lunga dominanti, una minoranza importante e divenute sostanzialmente indigena è quella costituita dai Normanni (5%) emigrati qui dalle Terre del Nord nel corso dei secoli passati; la maggior parte di essi è stanziata sulle coste orientali dei Territori Heldannici, dove si procura da vivere con la pesca e la pirateria, ma nell’interno vi sono anche parecchi gruppi di predoni e briganti normanni sbandati che sono la piaga delle campagne e danno del filo da torcere al governo heldannico; in alcune zone remote questi briganti hanno costruito vere e proprie roccaforti segrete (come quella sull’isola di Gyl Erid, al centro del Lago Erid, i cui abitanti sono dediti all’adorazione del malefico Gylgarid).

Un’altra minoranza importante proviene dal Wendar (5%) e risiede soprattutto nella parte occidentale dei Territori Heldannici; parecchia della popolazione di Grauenberg e delle campagne circostanti è di origine wendariana, e non vede affatto di buon occhio il governo dei Cavalieri.

Minoranze più esigue di stranieri provengono dall’Ethengar (1%), da Thyatis metropolitana (1%) e dall’Isola dell’Alba settentrionale (1%).

·       Gnoll: Gli gnoll sono la razza mostruosa più numerosa dei Territori Heldannici (1.590 ab.); discendenti delle antiche migrazioni degli gnoll dello Gnollheim verso nord, appartengono tutti alla specie Canis Erectus Septentrionum. Le loro tribù contano 50-150 membri ciascuna e spesso causano seri problemi ai villaggi situati nelle zone selvagge; esse sono diffuse perlopiù lungo i Südenbergen e lungo i confini occidentali del paese, lungo i monti Mengul.

·       Nani: Gruppi esigui di nani (1.270 ab.) abitano i centri urbani dei Territori Heldannici; emigrati dalla Casa di Roccia nei secoli passati, oggi si procurano da vivere praticando i loro mestieri tradizionali nelle zone sud-orientali ed occidentali del paese. Come nelle Terre del Nord, i nani sono spesso considerati con scarso rispetto dalla popolazione umana, che li ritiene volgari, scortesi e turbatori della quiete.

·       Giganti delle colline: Le ampie creste collinari dei Territori Heldannici ospitano una sensibile popolazione di questi giganti (1.060 ab.), eredi della migrazione di Loark avvenuta millenni fa; divisi in bande di 5-30 membri, talvolta sono così audaci da spingersi vicino alle città, terrorizzando intere zone per settimane.

·       Gnomi: Pochi gnomi (1.050 ab.) abitano le terre impervie di questa regione; sono discendenti degli esuli gnomi che sfuggirono secoli fa al massacro della loro stirpe ad operadei coboldi sotto i monti Hardanger. Lavorano come artigiani e minatori soprattutto nelle regioni occidentali, dove godono in genere di una reputazione migliore dei nani.

·       Orchi: Molte tribù di orchi (900 ab.) abitano le zone più selvagge dei Territori Heldannici, ultimi discendenti delle antiche orde passate per questa regione, oppure tribù emigrate dai paesi vicini. Circa la metà di questi orchi appartiene alla specie Orcus Canis Oriensis, ed abita la parte meridionale dei Territori Heldannici; l’altra metà, appartenente alla specie Orcus Porcus, abita invece le colline e le zone selvagge settentrionali ed occidentali. Le loro tribù contano in genere da 50 a 100 membri.

·       Troll: Ultimi superstiti del massacro della loro razza perpetrato da Heldann Haldis e dai suoi successori secoli fa, questi troll sono nondimeno molti (750 ab.), anche se in nessun modo paragonabili alla minaccia che afflisse il Nordurland in passato. Appartenenti alla specie Monstrum Carnivorus Maximus, essi vivono inoltre divisi in piccoli gruppi familiari di 3-5 membri, e pertanto rappresentano un pericolo solo per le comunità più isolate. Un piccolo numero di questi troll (15%) appartiene invece alle specie antiche – troll delle rocce e della terra; riservati, se ne stanno isolati nelle terre selvagge, contemplando l’ormai inevitabile declino della loro razza.

·       Giganti delle rocce: Questi giganti sono meno numerosi dei loro cugini delle colline (540 ab.), ma si trovano in migliori rapporti con gli umani; specie nelle regioni vicine ai monti Mengul, alcuni villaggi praticano scambi saltuari con i clan dei giganti delle rocce, che odiano quasi quanto gli Heldannesi il governo dei Cavalieri Heldannici (tanto che in passato alcuni hanno servito sotto i vessilli di Halvard Haldis). Vivono divisi in gruppi familiari di 5-20 membri ciascuno.

·       Sasquatch: Questi pacifici umanoidi (530 ab.) abitano in piccoli gruppi di 5-20 individui ciascuno i recessi più selvaggi dei Territori Heldannici; preferiscono essere lasciati in pace, ma difendono strenuamente l’intrusione degli umani nei loro territori.

·       Bugbear: Altri discendenti delle orde antiche, questi bugbear (300 ab.) appartengono alla specie Ursus Bipedis Vulgaris e vivono perlopiù nelle colline dei Südenbergen, divisi in piccoli gruppi di 20-30 membri ciascuno.

·       Ogre: Parenti minori dei giganti, gli ogre (250 ab.) abitano sparsi un po’ per tutto il paese; appartengono alla specie Homo Monstrum Brutalis e vivono divisi in gruppi di 5-10 membri ciascuno. Spesso si alleano con altri umanoidi (che comandano) o con gruppi di giganti (che servono).

·       Giganti del gelo: Pochissimi gruppi di questi giganti (110 ab.) abitano le pendici dei monti Mengul e gli anfratti più gelidi delle montagne dei Territori Heldannici, divisi in piccoli gruppi di razziatori di 3-5 membri ciascuno.

 

Fauna e razze minori

Animali: Mandrie di ovini vengono allevate dagli Heldannesi nelle zone collinose. Le zone selvagge pullulano di branchi di cervi ed alci; animali pericolosi, come gli orsi, i cinghiali ed i lupi, rappresentano un pericolo per i viandanti solitari. Nelle zone boscose si incontrano facilmente esemplari di furetto gigante.

Draghi: Sebbene non siano frequentissimi, esemplari di draghi rossi e bianchi di quando in quando scendono dai monti Mengul o dal basso Norwold per affliggere la popolazione dei Territori Heldannici.

Esterni: Le salamandre del gelo abitano i più gelidi anfratti di questa regione, sbucando fuori in inverno e seminando il panico nei villaggi isolati.

Giganti: Oltre alle specie di giganti più numerose, i Territori Heldannici ospitano anche pochi giganti del fuoco ed alcuni temutissimi esemplari di giganti delle montagne, veri eredi dell’ancestrale potenza della loro razza.

Mutaforma: Varie specie di licantropi – soprattutto lupi, cinghiali ed orsi mannari –, seppur non numerosissime, popolano questa regione.

Umanoidi mostruosi: Le scimmie delle nevi abitano nelle zone più fredde e selvagge. Le parti più isolate del paese vedono invece all’opera alcune streghe.

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